Non profit

Un aiuto a vidas nelle spese di casa

Campagne. Enrico Ruggeri a fianco della onlus / La struttura per i malati terminali apre in autunno. Costerà quasi 3 milioni l’anno. L’appello a sostenerla

di Benedetta Verrini

Hanno già iniziato a selezionare i volontari, che a regime saranno 40, insieme a 2 medici, 11 infermieri, 13 operatori socio sanitari, psicologi e assistenti sociali: è la ?famiglia Vidas? che, dal prossimo autunno, accoglierà i malati inguaribili più soli nella sua nuova casa – ospedale di Milano. Si tratta di un centro polifunzionale, studiato con amore e realizzato a fronte di un enorme sforzo di sensibilizzazione e raccolta fondi, pronto ad accogliere 20 degenti contemporaneamente. «In 24 anni di attività siamo entrati in 16mila case, ora possiamo cominciare anche ad accogliere», ha detto la presidente Vidas, Giovanna Cavazzoni, alla presentazione della nuova campagna 2006/2007.
Una pubblicità (ideata gratuitamente da Marco Mignani) che fa come sempre del messaggio la sua forza: «?Non voltate le spalle a chi soffre?», dice infatti Enrico Ruggeri, che ha accettato di fare da testimonial per una causa che lui stesso ha definito «più difficile di altre, perché nella nostra società, dove il pensiero della morte è accantonato e i parametri del bene e del male sono superati a vantaggio di quelli di ?vincente? e ?perdente?, una persona che sta male ha più difficoltà a farsi accettare e a trovare aiuto». Quelli di Vidas sanno bene cosa significa, visto che ai malati garantiscono un servizio di cure domiciliari completo e gratuito tutto l?anno, 24 ore su 24, grazie a 7 équipe socio-sanitarie e 130 volontari. L?attuale capacità assistenziale è fino a 180 malati curati ogni giorno. «Ora la casa – ospedale ci consentirà di offrire un ricovero protetto a quel 12-15% di nostri assistiti che non possono essere curati a casa propria», spiega Daniela Cattaneo, direttore sanitario di Vidas. Nell?ambito del proprio bacino d?utenti domiciliari le équipe valuteranno i casi più critici, dal punto di vista sociale e familiare, che necessitano di un trasferimento nella casa – ospedale. Per mantenerla a regime, Vidas dovrà sborsare quasi 3 milioni di euro all?anno, che andranno ad aggiungersi ai 5 milioni del budget annuale delle attività domiciliari. «Per questo ci affidiamo ai nostri donatori», ha commentato Giovanna Cavazzoni, «che in questi anni non hanno mai smesso di aiutarci a costruire il nostro sogno di solidarietà».

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