Povertà

Un adolescente su dieci vive in condizioni di grave deprivazione materiale

Lo rivela uno studio di Save the Children condotto con gli adolescenti tra i 15 e 16 anni. Il 17,9% afferma che i genitori hanno difficoltà nel sostenere le spese per cibo, vestiti e bollette. Tra loro c’è chi vive in case senza riscaldamento, o con il frigo vuoto

di Redazione

Quasi un adolescente su dieci in Italia (9,4%) tra i 15 e i 16 anni, pari a più di centomila ragazze e ragazzi, vive in condizioni di grave deprivazione materiale. Il 17,9% afferma che i genitori hanno difficoltà nel sostenere le spese per cibo, vestiti e bollette e l’11,6% ammette di non poter comprare un paio di scarpe nuove anche se ne ha bisogno. C’è chi vive in case senza riscaldamento (7,6%), o con il frigo vuoto (6,4%), chi rinuncia a uscire (15,1%) o a fare sport (16,2%) perché sono attività troppo costose, chi non fa vacanze di più giorni per motivi economici (30,8%). La povertà materiale incide anche sulle opportunità educative: il 23,9% dei 15-16enni ha iniziato l’anno scolastico senza aver potuto acquistare tutti i libri e il materiale, il 24% non può partecipare a gite scolastiche e il 17,4% non si iscrive a corsi di lingue perché troppo costosi. 

Privazioni che generano ansia. Una percentuale molto rilevante degli adolescenti (37,7%) afferma di vedere i propri genitori spesso o sempre preoccupati per le troppe spese; quasi uno su dieci (9%) li vede chiedere aiuto a parenti o amici oppure prestiti. Di fronte a questa condizione, quasi un minore su due (43,7%) aiuta i propri genitori: l’84,2% di loro lo fa cercando di risparmiare e di non chiedere soldi per spese non indispensabili; un numero rilevante – considerando la fascia di età – dichiara di svolgere qualche attività lavorativa per coprire le proprie spese e non gravare sulla famiglia (18,6%) e/o per dare un contributo economico per le spese familiari (12,3%); il 4,8% si fa prestare o regalare quello che gli serve da amici e conoscenti.

La condizione di povertà economica grava pesantemente sulle aspettative di vita degli adolescenti. Se le «aspirazioni» per il futuro risultano essere piuttosto uniformi tra tutti i ragazzi e le ragazze, le «aspettative» (cioè gli obiettivi che si ritiene verosimilmente di poter raggiungere) divergono e il quadro cambia drasticamente. Più di un ragazzo su 4 in condizioni di grave deprivazione materiale afferma che non finirà la scuola e andrà a lavorare, a fronte dell’8,9% dei coetanei. Il 67,4% teme che, se anche lavorerà, non riuscirà ad avere abbastanza risorse economiche, contro il 25,9% degli adolescenti che non vivono condizioni di deprivazione. Andando ad analizzare lo scarto tra le aspirazioni e le aspettative concrete, colpisce la consapevolezza dei ragazzi che vivono in condizioni di disagio economico circa gli ostacoli che dovranno affrontare nel loro accesso al mondo del lavoro. Il gap tra aspirazioni e aspettative concrete di avere un lavoro ben retribuito è infatti molto maggiore per questi ragazzi rispetto ai coetanei che vivono in condizioni economiche migliori. Se per questi ultimi, lo scarto è di 17,6 punti percentuali, per i più svantaggiati la forbice raggiunge i 56,4 punti percentuali, a testimoniare quanto la povertà possa generare frustrazione e gravare negativamente sui percorsi di vita. 

Sono alcuni dei dati che emergono dalla ricerca Domani (Im)possibili di Save the Children, presentata oggi nel corso dell’apertura di IMPOSSIBILE 2024 – Costruire il futuro di bambine, bambini e adolescenti. Ora, la biennale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Organizzazione a cui è stata conferita la Medaglia del Presidente della Repubblica. L’evento, in corso a Roma presso l’Acquario Romano, intende coinvolgere il mondo della politica, dell’economia e dell’impresa, della cultura, del terzo settore, per rendere possibile ciò che oggi sembra non esserlo: investire nel più importante capitale che abbiamo, l’infanzia e i giovani, affinché siano un volano per lo sviluppo delle società. 

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«A causa di una grave ingiustizia generazionale, in Italia sono proprio i giovani i più colpiti dalla povertà. Ascoltando la voce dei ragazzi e delle ragazze, abbiamo rilevato che questa condizione incide non solo sul loro presente, ma chiude le loro aspettative per il futuro», ha dichiarato Claudio Tesauro, presidente di Save the Children. «È inaccettabile vedere adolescenti in condizioni di grave deprivazione economica, già consapevoli di fronte agli ostacoli da superare per trasformare le loro aspirazioni in un concreto progetto di vita. Ragazze e ragazzi che pensano di dover lasciare la scuola per andare a lavorare, temono di non potersi permettere l’università e di non ottenere domani un lavoro dignitoso. È un allarme che non deve rimanere inascoltato. Per affrontare queste gravi disuguaglianze è indispensabile un intervento strategico di contrasto alla povertà minorile, che comprenda un sostegno adeguato alle famiglie e il potenziamento strutturale dell’offerta educativa, scolastica ed extrascolastica. Il tema del futuro dei più giovani va messo al centro delle scelte economiche del Paese. Con la consapevolezza che è l’investimento più importante per lo sviluppo. Siamo alla vigilia delle elezioni europee e ai candidati chiediamo che la lotta contro la povertà delle bambine, dei bambini e delle loro famiglie sia una priorità della politica, anche attraverso il sostegno alla misura europea della Child Guarantee, con un finanziamento adeguato e l’impegno per la sua attuazione».

In base alle evidenze della ricerca di Save the Children, indipendentemente dalle condizioni economiche, le più scoraggiate sono le ragazze: a prescindere dal contesto in cui crescono, le ragazze hanno aspettative più alte dei coetanei sugli studi, ma bassissime sul futuro nel mondo del lavoro. Nonostante il 69,4% pensi che frequenterà sicuramente l’università (contro il 40,7% dei maschi), ben il 46,1% delle ragazze ha paura di non trovare un lavoro dignitoso (rispetto al 30,5% dei ragazzi) e una su tre (29,4%) afferma che non riuscirà a fare ciò che desidera, a fronte del 24,3% dei ragazzi. 

Guardando al proprio futuro, nonostante quasi la metà degli adolescenti intervistati provi sentimenti positivi, più del 40% ne vive di negativi come ansia (24,8%), sfiducia (5,8%) o paura (12,1%) e il 10,5% non pensa al futuro. La maggior parte è ben cosciente del peso delle disuguaglianze: quasi due terzi (64,6%) pensano che oggi in Italia una ragazza o un ragazzo che vive in famiglie con difficoltà economiche dovrà affrontare molti più ostacoli rispetto ai coetanei più abbienti, dimostrando grande consapevolezza su un ascensore sociale ormai bloccato. 

Più in generale, le sfide principali che vedono all’orizzonte sono le crisi climatiche (43,2%), l’intelligenza artificiale (37,1%), le discriminazioni e la violenza (34,8%). Prevale la sfiducia nelle capacità delle istituzioni di mettere in campo politiche per ridurre le disuguaglianze (59,7%). Per aiutare i giovani a uscire dalla condizione di deprivazione, gli adolescenti chiedono alle istituzioni pubbliche di intervenire in primo luogo con il sostegno economico per le famiglie in povertà (50,9%) e, al secondo posto, con l’introduzione di un sostegno psicologico gratuito per tutte le ragazze e i ragazzi (49,4%), confermando come il diritto al benessere psicologico sia diventato per la prima volta, grazie a loro, una vera priorità.

«È urgente intervenire per garantire alle bambine, ai bambini e agli adolescenti reali opportunità di crescita, superando le disuguaglianze legate alla condizione di origine», dice Raffaela Milano, direttrice ricerche e formazione di Save the Children. «Occorre definire i livelli essenziali delle prestazioni per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, a partire dall’accesso alla mensa scolastica, il tempo pieno alle scuole primarie, la gratuità dei libri scolastici e il diritto allo studio universitario. Questo intervento è prioritario, rispetto ad ogni progetto di Autonomia Differenziata che altrimenti rischierebbe di aggravare i divari già presenti. Proponiamo inoltre un Fondo nazionale per il sostegno alle aspirazioni di bambine, bambini e adolescenti in condizioni di fragilità economica con la fornitura, da parte dei Comuni, di “doti educative” per allargare i loro orizzonti nel campo della cultura, della musica, dello sport. Un impegno particolare va poi dedicato alle bambine e alle ragazze, le più disilluse circa le reali opportunità di futuro, con un piano di intervento per il superamento degli stereotipi, l’avvicinamento delle bambine alle materie Stem e un sostegno concreto allo sviluppo professionale delle giovani donne nel mercato del lavoro, dal quale oggi le adolescenti si sentono escluse».

Credit foto Pixabay

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