Non profit

Un addio alle armi in buona compagnia

La scelta innovativa di Ubi Banca

di Giuseppe Frangi

Il metodo è nuovo: una banca concorda con quattro organizzazioni della società civile, attive nel campo dei diritti umani, la propria policy in tema di transazioni finanziarie sul commercio delle armi. È la strada inedita scelta dai vertici di Ubi Banca, il gruppo nato dalla fusione di alcuni istituti di credito nel Nord Italia. L?obiettivo era quello di allineare le pratiche su criteri oggettivi, in modo da introdurre comportamenti omogenei da parte di banche che invece hanno storie diverse e agiscono su territori dal tessuto economico molto differenziato. Le linee guida sono state approvate il 25 settembre scorso e rese note la settimana successiva. Del tutto positivo il giudizio delle associazioni coinvolte. «Quello di Ubi Banca segna un significativa risposta alle domande di trasparenza e di responsabilità etica messe in campo, fin dal 2000, dalla campagna di pressione alle ?banche armate?», ha detto Giorgio Beretta, coordinatore della campagna promossa dalle riviste Missione Oggi, Mosaico di pace e Nigrizia e che si muove nell?ambito della Rete italiana per il disarmo. Anche Emilio Zanetti, numero uno del gruppo, è profondamente soddisfatto del lavoro fatto.

Vita: Qual è la maggiore novità di queste linee guida?
Zanetti: Innanzitutto la modalità del confronto con le associazioni. In secondo luogo la scelta di stabilire dei criteri oggettivi, mentre altre banche hanno preso provvedimenti di carattere generale, sottolineando che in casi particolari sta alla discrezionalità dell?amministratore delegato l?ultima parola. Ma questo introduce un elemento di soggettività che noi abbiamo voluto evitare.

Vita: Avete fissato dei criteri rigidi?
Zanetti: Era un passaggio obbligato. Niente transazioni con Paesi in guerra, né con con Paesi che violano diritti umani o che sacrifichino i budget per l?istruzione o la sanità per incrementare le spese militari. Abbiamo introdotto anche il concetto della sproporzione tra l?entità del bene esportato e le commissioni pagate che possono far pensare a fenomeni di corruzione. Tutto questo è stato codificato e costituisce un presidio preciso.

Vita: Anche gli Usa sono in guerra?
Zanetti. Ha ragione. Ma subentrano anche valutazioni di tipo politico. Si guarda ai rapporti di alleanza del governo italiano.

Vita: Che bilancio fa della collaborazione con le associazioni?
Zanetti: Estremamente positivo. Ci hanno dato indicazioni chiare e plausibili che abbiamo recepito. Inoltre il loro è stato un approccio molto realistico nella ricerca dei criteri migliori che fossero però anche gestibili.

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