Non profit
Un acquedotto italiano per dissetare i keniani
La sopravvivenza di un intero popolo è legata a una cifra ridicola: cinque milioni di lire. Che vanno raccolti subito, prima che le malattie abbiano la meglio
di Redazione
Il Basso Tigania è alto 1.000 metri. Un altopiano arido, del tutto secco per più di 6 mesi all?anno. Centocinquanta chilometri quadrati in Kenia popolati da 150mila persone, contadini e piccoli allevatori. Sulla mappa è un millimetro appena sopra l?equatore. L?approvvigionamento d?acqua dipende solo dai torrenti creati, per fugaci attimi, da piogge improvvise. Se non piove affatto, è la fame. Le donne sono costrette a percorrere fino a dieci chilometri per raggiungere la sorgente più vicina o, più spesso, pozze d?acqua: partono all?alba con gli otri sulla schiena e rientrano, dopo mezza giornata di cammino, con i contenitori pesanti (circa venti chili) di acqua spesso infetta. Così, nei villaggi le malattie mutano in epidemie e l?economia del luogo, legata a doppio filo alla vita degli animali allevati e agli scarsi raccolti, affonda. Ma, dalle sorgenti di Kamberia, nelle verdi foreste dei monti Nyambene, i volontari della Lvia (Associazione internazionale volontari laici) hanno steso fino a valle 62 chilometri di tubazioni in pvc, fra l?entusiasmo e la collaborazione dei locali. Il nuovo acquedotto serve, coi suoi 34 punti d?acqua, ben 25mila persone e sette scuole, e garantisce l?abbeveraggio del bestiame.
Tuttavia i fondi raccolti dalla Lvia e quelli ministeriali non bastano per ramificare l?acquedotto fino alla pianura di Rii, dove vivono stabilmente centinaia di famiglie. E adesso tutto lo sforzo fatto rischia di rivelarsi inutile. Per altri tre chilometri e 700 metri di acquedotto occorrono 5 milioni e 51mila lire italiane, da trovare al più presto per salvare la gente di Rii dalla sete e dalle infezioni. Gente che si è già orgogliosamente riservata lo scavo e il riempimento della nuova trincea dell?acquedotto e l?intero trasporto dei materiali di costruzione.
Il progetto
Progetto: Lvia-Kenia, c/c bancario 8286 (Abi 1025, Cab 10200) Istituto bancario S.Paolo di Torino, filiale di Cuneo, c.so Giolitti 1, causale ?Acqua per il Basso Tigania?. Le donazioni ricevute sono deducibili fino al 2% sull?imponibile netto.
Informazioni: Associazione internazionale volontari laici (Lvia), corso IV Novembre 28, 12100 Cuneo. Tel: 0171/696975; fax: 0171/602558
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