Non profit

Un accordo per dare nuove opportunità di lavoro ai detenuti

Manpower, Fondazione Human age institute e Fondazione Severino hanno attivato un protocollo d'intesa per la formazione e l'inserimento lavorativo delle persone detenute ed ex detenute. A Viterbo, la prima persona a trovare un impiego grazie all'iniziativa

di Veronica Rossi

Nel percorso che porta a rientrare in società, per chi è o è stato in prigione, il lavoro gioca un ruolo fondamentale: secondo il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro solo il 2% dei detenuti che hanno avuto la possibilità di un inserimento professionale ritorna a commettere reati. È per questo che la società interinale multinazionale Manpower, la Fondazione Human age institute – la non profit del gruppo –e Fondazione Severino Onlus, ente romano che dà supporto a persone in situazione di svantaggio, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per promuovere iniziative congiunte finalizzate a formare detenuti ed ex detenuti e ad agevolarne l’inserimento nel mercato del lavoro. L’accordo, già attivo, ha ottenuto nei giorni scorsi il primo risultato: una persona detenuta nel carcere di Viterbo è stata assunta con contratto di somministrazione all’interno di un ristorante.

«È un grande passo in avanti:il protocollo di Intesa con Fondazione Severino è il primo accordo di questo tipo per la rieducazione e il reinserimento nella società dei detenuti ed ex detenuti», dichiara Anna Gionfriddo, amministratrice delegata di ManpowerGroup Italia e presidente di Fondazione Human age institute. «L’accordo sottoscritto è una testimonianza del nostro impegno per garantire a tutti, anche alle persone più svantaggiate, la possibilità di ritrovare la propria autonomia attraverso un percorso professionale, oggi anche attraverso i contratti di somministrazione. È un obiettivo ambizioso, ma per raggiungerlo manca ancora quasi del tutto una mappatura di esperienze, competenze e attitudini delle persone detenute, e questo rende ancora complesso l’inserimento nel mondo del lavoro. Sono però certa che questo tipo di iniziative siano fondamentali per superare gli ostacoli e moltiplicare le opportunità per queste persone».

L’accordo prevede che Manpower, in collaborazione con Fondazione Human age institute e Fondazione Severino, agevoli l’accesso al lavoro di persone detenute ed ex-detenute attraverso un’attività di supporto e selezione di lavoratori. Il gruppo, inoltre, si occupa anche della predisposizione e programmazione di corsi formativi rivolti alle persone private della libertà con l’obiettivo di fornire loro strumenti volti a un pieno reinserimento nella società. A scegliere i candidati a partecipare a questi percorsi, la Fondazione Severino, che fornisce anche assistenza sulla normativa che regola i benefici fiscali e previdenziali per le imprese che danno lavoro a detenuti.

«I detenuti e le detenute avranno la possibilità di acquisire nuove competenze ed entrare in contatto con realtà lavorative, con l’obiettivo di diventare membri attivi della società», afferma Eleonora Di Benedetto, consigliera di Fondazione Severino. «Siamo consapevoli delle difficoltà che affrontano i detenuti nel momento del reinserimento sociale, ma crediamo che la collaborazione tra il mondo carcerario e quello del lavoro possa fare la differenza nel creare i presupposti necessari a questo scopo e nel perseguire il fine rieducativo che la pena deve avere».

Alle attività di formazione e inserimento lavorativo si affianca un’azione di sensibilizzazione e onboarding sui temi di inclusione da parte di Fondazione Human age institute indirizzata alle aziende che parteciperanno al progetto. In particolare, la fondazione si occuperà di accompagnare l’inserimento lavorativo delle persone individuate, facilitando il dialogo tra azienda e lavoratore. Attraverso questo monitoraggio nel tempo sarà possibile osservare gli impatti sociali che l’inclusione lavorativa porta con sé, valorizzando l’impegno sulla «S» degli obiettivi Esg perseguiti dalle Aziende.

“Il lavoro costituisce un elemento fondamentale del processo di rieducazione, indispensabile per assicurare e promuovere la dignità della persona», conclude Anna Maria Dello Priete, Direttrice della Casa Circondariale di Viterbo. «Con la riforma penitenziaria del 2018, il legislatore ancora una volta ha voluto colmare il divario esistente tra lavoro carcerario e lavoro libero, nella convinzione che solo un lavoro organizzato secondo i modelli della società libera può portare all’acquisizione di competenze e preparazione professionale adeguate all’effettivo reinserimento dei soggetti coinvolti. Il protocollo con Manpower, Fondazione Human age institute e Fondazione Severino si propone di realizzare concretamente questo obiettivo e siamo estremamente orgogliosi che la prima risorsa inserita sia stata un nostro giovane detenuto”.

Foto in copertina da Pixabay

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