Formazione

Un’idea: soggiorni per apprendistato

Giampaolo Landi di Chiavenna, responsabile Immigrazione di An, difende la Bossi-Fini. «Non abbiamo mai parlato di sanatoria o regolarizzazione...

di Ettore Colombo

Giampaolo Landi di Chiavenna, responsabile Immigrazione di An, difende la Bossi-Fini. «Non abbiamo mai parlato di sanatoria o regolarizzazione, ma solo di decreto flussi. Le 481mila domande indicano la presenza di irregolari e clandestini che non hanno titoli per partecipare all?aggiudicazione delle quote». Vita: La legge sembra un cane che si morde la coda: per trovare un lavoro bisogna esser già qui, se non sei qui non lo trovi? Landi di Chiavenna: Bisogna controllare che le domande presentate siano vere. Ne verrà fuori che gli immigrati che possono essere utilizzati per lavori regolari risulteranno essere in numero di gran lunga minore alle domande presentate. L?immigrazione clandestina esiste ed esisterà con qualsiasi governo. Il passaggio dai decreti flussi (peraltro introdotti dalla Turco-Napolitano) alla libera circolazione delle persone in base al mercato si può fare, ma in un diverso contesto storico e politico: oggi il rischio di infiltrazioni del terrorismo è ancora troppo altro. Vita: Il meccanismo dello sponsor, ripensato nei criteri, non è buono? Landi di Chiavenna: Come An avevamo chiesto dei permessi di soggiorno per apprendistato, per facilitare l?incontro tra domanda e offerta. Cosa ben diversa dallo sponsor, apparente forma di garanzia tramite terzi che lascia in realtà l?immigrato al proprio destino. Proponevamo sei mesi di apprendistato, garantiti dall?imprenditore anche in termini di alloggio ed eventuale rimpatrio, mesi che poi potevano diventare contratto a tempo determinato o indeterminato. Vita: Le badanti ?sanate? dalla Bossi-Fini hanno permessi per un solo anno e non possono mettere in piedi imprese personali. Un?anomalia da correggere? Landi di Chiavenna: Se è un escamotage per aggirare la legge no, ma io sono un liberista e non ho nulla in contrario che gruppi di badanti si mettano insieme in cooperativa e rendano prestazioni di servizio, se sono in regola con libri contabili e contribuiti. Insomma, l?importante è che non ci sia sfruttamento, evasione fiscale (da parte delle badanti come delle famiglie che stipulano i contratti) e che le colf in questione siano in regola. A fare male è il falso buonismo: stanno aumentando i rapporti conflittuali tra datori di lavoro e immigrati, rendendo difficile l?integrazione


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