Mondo

Un’associazione da 13 anni a Bagdad con 1 idea: dare spazio agli iracheni

La carta d’identità di Un Ponte per..., la ong per cui lavoravano tre dei quattro sequestrati.

di Paolo Manzo

Qual è la storia dell?associazione per la quale lavoravano Simona Torretta e Simona Pari, le due cooperanti italiane rapite martedì 7 settembre da un commando di terroristi? E, soprattutto, quali erano i progetti di Un Ponte per… in Iraq? Un Ponte per… è un?associazione di volontariato nata nel 1991, subito dopo la fine dei bombardamenti sull?Iraq della guerra del Golfo, allo scopo di promuovere iniziative di solidarietà in favore della popolazione irachena e opporsi all?embargo cui Bagdad è stata sottoposta per oltre un decennio. Nonostante la difficile situazione nel Paese, conseguente all?attacco angloamericano del 18 marzo 2003, e a differenza della maggior parte delle ong, italiane e non, un Ponte per? era ancora presente in Iraq con due operatori non iracheni, Simona Torretta e Simona Pari, appunto. Presente, nonostante la situazione sicurezza fosse oramai ?critica?, anche a detta del presidente della ong Fabio Alberti, da anni in prima linea. Oltre al numero degli operatori in crescita, ai tanti progetti con Unicef e Unhcr, l?idea del presidente di Un Ponte per? era da tempo quella di aprire in Iraq il primo centro servizi per ong tutto iracheno. Dal primo intervento, infatti, gli operatori dell?associazione romana avevano pensato soprattutto allo sviluppo della società civile irachena e, da circa un anno, assieme all?ong canadese Alternative, erano impegnati nella creazione di un centro servizi gestito da una decina di organizzazioni selezionate, raccolte in una federazione. «Sono ong studentesche, sindacali, per la difesa dei diritti umani, che collegialmente gestiranno il centro che si occuperà soprattutto di formazione, oltre ad essere un luogo d?incontro», spiegava qualche mese fa Alberti a Vita. Ma Un Ponte per? aveva anche iniziato ad affidare parte dei suoi progetti direttamente alle organizzazioni locali, per cercare di «far camminare da sola la società civile irachena». Da aprile Un Ponte per… stava contribuendo al ripristino e riutilizzo del patrimonio culturale e librario della Biblioteca nazionale di Bagdad. Nome del progetto, finanziato anche dalla Regione Lombardia? La Casa dei Libri di Bagdad, dove era impegnata Simona Torretta. Infine, l?intervento a favore delle scuole della capitale, tanto caro a Simona Pari e che risale al 1993, quando furono avviati i primi gemellaggi tra scuole italiane e irachene. L?intervento prevedeva inizialmente la riabilitazione di 12 edifici scolastici ma, a causa della guerra, i costi delle ristrutturazioni sono aumentati del 200% e i lavori previsti per le prime tre scuole sono stati ridotti all?intervento per una sola scuola, la Al Talia Arabia. Un Ponte per? era impegnata nella raccolta fondi, in modo da completare l?intervento previsto, integrandolo nel più ampio programma di educazione che prevede non solo riabilitazioni ma anche gemellaggi, campi estivi, formazione dei docenti e scambi giovanili. I beneficiari? Migliaia di bambini di Bagdad che, da martedì 7 settembre, hanno una ragione in più per soffrire.


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