Mondo

Umm Qasr, metodo inglese. Prove di governo partecipato

La ricostruzione affidata a un consiglio di volontari iracheni.

di Carlotta Jesi

Gli interventi umanitari più urgenti in Iraq? A Umm Qasr, città portuale di 45mila abitanti che da oltre due settimane è controllata dalle forze inglesi, li decide l?Iraqi Committee for Umm Qasr. Un gruppo di 10 volontari, capitanati dall?insegnante di inglese Najim Abed Mahdi, che ha creato un consiglio comunale. Con una sede, l?Umm Qasr Hotel, e riunioni quotidiane in cui si decide di cosa ha bisogno la popolazione. Possibile?
Sì. I volontari, personaggi di spicco della città noti per la loro opposizione al partito Baath, decidono insieme ai cittadini quali sono le emergenze umanitarie in corso e quindi trattano direttamente con le ong e i soldati della coalizione angloamericana per ottenere aiuto. Risultato: in due settimane di lavoro, Najim Abed Mahdi e colleghi sono riusciti a portare l?acqua fresca in tutti i quartieri della città, a montare generatori di corrente e perfino a pianificare la costruzione di una rete telefonica e di chioschi di Internet. Il tutto col beneplacito delle forze inglesi che occupano la città. Cui, secondo molti, va la maggior parte del merito di questo tentativo di democrazia partecipata in Iraq.
Tentativo che, per i consiglieri di Umm Qasr, è esportabile a Bassora e nelle altre città del Sud iracheno sotto controllo inglese. A patto che gli americani non si accorgano del pericoloso precedente che Najim Abed ha creato: dalla democrazia al petrolio partecipato, il passo può essere breve.

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