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Umanizzare la medicina: una questione di formazione

Cos'è la umanizzazione?

di Gian Maria Comolli

Nella mia regione, il Veneto, molti ospedali organizzano convegni e seminari sull?umanizzazione della struttura. Fatico a comprendere di cosa si tratta. Lettera firmata

Umanizzare significa curare l?uomo nella sua globalità in un contesto sanitario di sempre maggiore razionalizzazione, frammentazione e specializzazione. Il malato, soggetto responsabile e non passivo fruitore di servizi al quale è tolta ogni autonomia, è il centro di questa filosofia che si basa sulla visione bioetica definita ?personalistica?.

L?umanizzazione non è semplice sentimentalismo ma la passione da porre accanto all?intelligenza e alla volontà nell?esercizio dell?arte sanitaria. Interpella lo stile del comportamento di chi opera, a vario titolo, in sanità. Interpella i politici, quando individuano strategie rispondenti ai reali bisogni del cittadino e di conseguenza la capacità di riposta; interpella i gestori della sanità nel superare le logiche burocratiche, le risposte preconfezionate, le prestazioni standardizzate; le figure di vertice, nel farsi carico della fatica psicologica-relazionale che investe ogni professione di aiuto, sapendo lavorare in equipe, valorizzando i collaboratori e anche gratificandoli; gli operatori sanitari, quando si impegnano ad accostare quotidianamente il malato con rispetto e con comprensione del suo vissuto; i volontari perché manifestino con la loro presenza quel plus di umanità continuamente richiesta dal sofferente.

L?umanizzazione ricorda a chi intraprende la professione medica o infermieristica, in passato ritenute più vocazione e missione che occupazioni e carriera, l?obbligo a crescere in spirito di altruismo e di coscienza civile, essendo questo un ?lavoro? particolare rispetto agli altri.

Da qui l?esigenza della formazione dei futuri operatori della salute nel campo umanistico e nell?etica professionale. È vero che determinati valori sono innati e crescono se coltivati, ma alcune tecniche che li supportino vanno insegnate. È impossibile discutere di valenze etiche se non si conosce l?etica e la bioetica o relazionarsi correttamente se alla psicologia non sono riservati adeguati spazi e giusta importanza.

Il pianeta sanità è il crocevia delle speranze e delle violenze; qui, più che altrove, si può servire o sfruttare l?uomo. L?evoluzione tecnico-scientifica degli ultimi anni ha commesso un errore: ha smarrito il senso e il valore della professione sanitaria. Occorre recuperarlo.

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