Cultura

Ultra, Il tifo che vince in contropiede

Recensione del libro "Un'impresa degli ultrà" di Pasquale Coccia.

di Nicola Calzaretta

Un?impresa degli ultrà, me lo sono letto in 90 minuti, il tempo di una partita. Perché la storia raccontata da Pasquale Coccia s?avvicina molto a una partita. Beninteso: qui siamo davanti a una gara originale, dove i protagonisti, nel male (all?inizio) e nel bene (durante e dopo) non sono i divi mutandati, ma quelli che di solito stanno sugli spalti. Gli ultrà, appunto. La loro impresa è stata quella di aver saputo ribaltare una partita che sembrava persa.
Il match ha inizio in via Fereggiano, nel cuore di Genova. Qui, la sera del 16 maggio 89, va in scena il derby della violenza tra ultrà del Genoa e della Samp. Se le erano promesse da una settimana e mantengono la parola. Seguiranno arresti, processi e condanne. Alla fine del primo tempo il risultato non lascia speranze, nella ripresa, invece, la resurrezione. La difesa resiste agli attacchi dei moralisti da processo biscardiano. Poi, fulmineo parte il contropiede.
Il regista tutto sinistro è Mario Tullo, giovane consigliere comunale, vicino al mondo delle curve ed ex fedelissimo genoano. Prima crea uno spirito di gruppo, poi capisce che quella squadra così unita deve avvicinarsi alle istituzioni e alla prima palla buona nel 90 fa sorgere la Commissione consiliare per la prevenzione della violenza negli stadi.
è il primo gol, ma non basta. Anche perché il centravanti avversario, la disoccupazione, si sta facendo sempre più minaccioso. Ma scatta, ancora una volta, il contropiede: nel 92 è costituita una coop: si chiama Genoa Point, è composta da tifosi rossoblu, avrà in appalto le pulizie all?interno dello stadio Marassi. L?azione è bella, ma il gol è sfiorato. è questione di minuti, comunque. Ancora il sinistro sapiente di Tullo imbecca gli ultrà Samp che entrano nella cooperativa: la rete si gonfia. La coop cambia nome ed è ribattezzata Genova Insieme. Assume i caratteri dell?impresa sociale e i numeri lievitano. Con due ripartenze degne del miglior Sacchi, il pareggio è cosa fatta.
Ma ecco che, inatteso, arriva un colpo durissimo, nel 94. Il capitano commette un fallo in area facendo sparire i soldi dalle casse sociali. Il morale è a terra. Ci pensano allora il genoano Roberto Scotto e il blucerchiato Enzo Tirotta a rimettere in pista la squadra. Partono da loro le due azioni che danno la vittoria finale. Dai nove lavoratori nel 92, oggi si è passati a 52, di cui quasi la metà soggetti svantaggiati. Il fatturato è cresciuto e, dal 97, nei bilanci è comparsa la posta dell?utile. Genova Insieme oggi è una realtà consolidata e un modello da esportare anche in altre città. Una gran bella vittoria. Ottenuta in contropiede.

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