La classe terza liceo del corso F ha svolto la lezione di educazione fisica alla quinta ora dell’ultimo giorno di scuola. Dieci minuti prima della fine, mentre il pallone di pallavolo viaggiava da una parte all’altra del campo, Serena S. si è avvicinata a me e ha detto: «Sono gli ultimi dieci minuti di cinque anni». Un’affermazione apparentemente banale, ma era il segnale evidente che l’emozione stava salendo, proprio in lei che in più occasioni ha mostrato nervi saldi. Le ho detto che nel principio c’è la fine, ma Serena ha prontamente aggiunto che conta ciò che sta in mezzo, sintetizzando tutto quanto di bello c’è stato in cinque anni con una classe davvero straordinaria, autonoma, sempre disponibile ad apprendere cose nuove, allegra, equilibrata e sensibile, soprattutto nei confronti di Bernardo, “ciccione” della classe per una disfunzione ormonale, eternamente accudito dalle ragazze.
Che cosa hanno imparato in cinque anni? A organizzarsi autonomamente, a provare sapendo che avrebbero commesso degli errori prima di imparare al meglio, ad analizzare gli sbagli ed evitare di ripeterli, e soprattutto che il risultato arriva se vi è continuità nell’impegno. E loro, curiosi e intelligenti come sono, hanno raggiunto ottimi livelli, perché hanno imparato principi che hanno applicato all’organizzazione dello studio. Hanno saputo elaborare un programma autonomo di allenamento, organizzare una seduta di training a partire dalle proprie esigenze e caratteristiche, cosa che tornerà utile durante le lunghe ore di studio che precederanno gli esami, quando sapranno ritemprare il fisico e l’intelletto. Anche chi non ha aree verdi nei dintorni di casa per fare footing ha imparato le più elementari tecniche di rilassamento per allentare lo stress.
I dieci minuti che mancavano alla fine dell’ora sono passati in fretta, e anche i cinque anni, ma non è finita, perché la classe terza F avrà tra le materie dell’esame di maturità, oltre a greco e filosofia, anche ginnastica…
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