Formazione

Ulivo: De Rita, c’è chi “gestisce” i moti di piazza

Per De Rita, segretario generale del Censis, dietro i movimenti di piazza di questi giorni c'è ''la gestione di qualcuno'' interessato a ''bruciare la dimensione intermedia fra opposizione e ma

di Redazione

Il sociologo Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis, è del parere che dietro i movimenti di piazza di questi giorni ci sia ”la gestione di qualcuno” interessato a ”bruciare la dimensione intermedia fra opposizione e maggioranza”. Parlando con i giornalisti a Firenze, dove ha presentato il primo ”Rapporto sulla situazione sociale della Toscana”, commissionato dalla Giunta regionale, il prof. De Rita si è soffermato anche sulle iniziative che, a vario titolo, si sono svolte dall’inizio dell’anno ad oggi in nome dell’Ulivo, dalla marcia di protesta dei professori fiorentini fino al grande raduno del Palavobis di Milano. ”Mi chiedo -ha continuato De Rita- chi ha gestito queste iniziative. Sotto io ci vedo la gestione di qualcuno, non sono spontaneismi. Tutti si affannano a dire che siamo di fronte a manifestazioni spontanee, che sono nate grazie al popolo dei fax. Ma anche il poplo dei fax e’ organizzato, Se si vogliono fare le cose seriamente ci si deve organizzare. Bisognerebbe allora chiedersi: chi è che tira le fila? Come sempre -ha detto ancora De Rita- non c?è un grande vecchio. E non si vede neppure un segreto leader che potrebbe aspirare a diventare l’anti-D’Alema, che sta facendo di tutto per bruciare la dimensione intermedia tra Ulivo e Casa delle Liberta’, che poi è la verita”’. Il sociologo De Rita, inoltre, ritiene che ”il vero meccanismo” di queste manifestazioni di piazza sia quello ”di bruciare chiunque voglia fare una saldatura fra opposizione e maggioranza, che è poi il ruolo che ha cercato di svolgere D’Alema in questi anni. Sembra, di fatto, che ci sia qualcuno che vuole occupare questo spazio, che non vuole assolutamente il dialogo. Ma siccome costui non si vede, probabilmente non c’è”. Il prof. Giuseppe De Rita ha detto tuttavia che ”dal punto di vista politico” il fenomeno dei cosiddetti movimenti spontanei di piazza ”è tutto da vedere”. E questo perché ”mi sembra che si aggreghino delle realtà che non sono socialmente omogenee, che sono di protesta, che sono di sofferenza, che sono di contrasto con la figura di Berlusconi”. ”In sostanza ciò che unisce questi manifestanti -ha proseguito il segretario generale del Censis- è una episodica contiguità territoriale. Per dare identità, la continguità territoriale e’ importante ma non basta. Finora i manifestanti sono sembrati uniti piu’ che altro da una emozione, che può esser di orgoglio, di rabbia, di contestazione, ma non appare una struttura socio-politica. Quindi, ad oggi, -ha concluso- è difficile una appartenenza condivisa a queste condizioni”.

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