Sostenibilità

UK: WWF, maggioranza bambini contaminata da agenti tossici

Lo rivela una ricerca dell’associazione ambientalista realizzata nel Regno Unito

di Francesco Agresti

Nel sangue di un campione di bambini britannici sono presenti un numero maggiore ed un livello più alto di agenti chimici tossici rispetto ai loro genitori ed ai loro nonni. Lo rivela un rapporto pubblicato oggi dal WWF del Regno Unito, realizzato con il supporto della Co-operative Bank. I risultati dei test sul sangue effettuati quest?estate su 33 persone provenienti da sette famiglie residenti in Inghilterra, Scozia e Galles sono rivelati nel rapporto dal titolo ?Contaminati: le future generazioni?. Su un totale di 104 agenti chimici ricercati ne sono stati rintracciati 80: 75 nel sangue dei bambini, lo stesso numero nei genitori, 56 nei nonni. Dallo studio si evince che sia molto probabile che la maggioranza dei bambini britannici siano contaminati da agenti chimici pericolosi.

L?indagine rivela che i bambini dell?età di nove anni non solo sono contaminati da un cocktail di agenti chimici pericolosi ma possono presentare, inoltre, una più alta concentrazione, rispetto alle generazioni precedenti , di quegli agenti chimici di più recente produzione ed immissione sul mercato. Questi agenti chimici sono quelli che gli scienziati stanno scoprendo essere in grado di accumularsi nell?ambiente e negli esseri umani. I ritardanti di fiamma brominati, ad esempio, vengono impiegati nella fabbricazione di prodotti della vita quotidiana quali mobili e televisioni; gli agenti chimici perfluorinati, invece, vengono utilizzati per la creazione di pentole anti-aderenti e per confezionare tappeti e vestiti.

?Questi risultati?, afferma Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia, ?sono estremamente preoccupanti dal momento che non conosciamo gli effetti a lungo termine della maggior parte degli agenti chimici a cui le persone sono quotidianamente esposte. La contaminazione con agenti chimici pericolosi rintracciata all?interno del sangue di ben tre generazioni di persone appartenenti a famiglie residenti nei paesi britannici, compresi bambini di appena nove anni, dimostra chiaramente che il settore industriale ed il governo hanno fallito, non essendo stati in grado di garantire un adeguato controllo degli stessi?. ?Tutto ciò dovrebbe convincere i governi e l?Unione Europea a non ripetere gli errori del passato. Il WWF chiede che vengano banditi gli agenti chimici tossici e pericolosi per la salute, e sostituti con alternative più sicure?.

L?82% delle persone esaminate presenta, almeno, un agente chimico perfluorinato nel sangue. Il DEHP- uno ftalato- è stato trovato, invece, in tre quarti dei volontari che si sono sottoposti a test del sangue, inclusi i bambini. Si sospetta che questo agente chimico, utilizzato nella fabbricazione di oggetti di plastica, pellicole trasparenti, contenitori per cibo, cosmetici e prodotti per l?igiene personale, sia un interferente endocrino. Agenti chimici come, ad esempio, PCB e DDE, un metabolita del DDT, sebbene banditi in Gran Bretagna almeno dieci anni prima della nascita dei bambini, sono stati trovati in ogni individuo testato con, in media, livelli di concentrazione più elevati nelle persone più anziane. L?indagine rivela, inoltre, che il deca-BDE, un ritardante di fiamma, è stato trovato in sette persone, la maggior parte delle quali, ben il 57%, erano bambini.

E? stata inoltre osservata una stretta relazione tra le abitudini alimentari delle persone testate e gli agenti chimici rintracciati nel loro sangue. Ad esempio, è largamente accettato il fatto che i pesci a più alto tenore di grasso contengano quantità considerevoli di PCBs. Una concentrazione più elevata di questo tipo di agenti chimici è stata ritrovata nei membri di quelle famiglie che consumavano abitualmente questi pesci. Oltre a ciò il ritardante di fiamma deca-BDE – utilizzato nella fabbricazione di televisori e computer – , è stato rintracciato in numerose persone. Diversi studi hanno dimostrato che esiste una correlazione tra il numero di apparecchiature elettriche presenti in un ufficio ed il livello di ritardanti di fiamma rintracciabili nell?aria.

Oltre alle nostre abitudini alimentari, il nostro stile di vita e l?uso di alcuni prodotti in ambito domestico possono influenzare la tipologia ed il livello di esposizione ad alcune sostanze chimiche tossiche. L?unico modo per fermare questa situazione inaccettabile è approvare al più presto una idonea ed efficace regolamentazione. La proposta di legge dell?Unione Europea in materia di agenti chimici (detta REACH), è attualmente in fase di discussione. Essa offre per la prima volta l?opportunità di assicurare un adeguato controllo per questo tipo di sostanze.

?Le sostanze tossiche presenti nell?ambiente sono eliminate con maggiore difficolta? dai bambini, a causa dell?incompleta maturità dell?organismo?, ha dichiarato l?esperta Donatella Caserta, Professore Associato di Ginecologia e Ostetricia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell?Università dell?Aquila, esperta sui fattori di rischio ambientale che interagiscono con il sistema riproduttivo. ?L?accumulo delle sostanze provoca la loro azione prolungata nel tempo. Questo determina un aumento del rischio di sviluppare malattie legate all?inquinamento maggiore rispetto agli adulti, in quanto nel bambino il rapporto tra peso corporeo e sostanza tossica presente nel suo organismo e? estremamente sfavorevole. Inoltre bisogna considerare l?azione di interferente endocrino che alcuni composti come le diossine o gli ftalati hanno sullo sviluppo del sistema neuroendocrino fin dalla vita prenatale, come gia? dimostrato nel mondo animale?.

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