Cultura

Uk: il governo cambia la legge sulle charity

Per ottenere lo status di charity, le non profit dovranno provare di essere utili al pubblico

di Carlotta Jesi

Per ottenere lo status di charity, e i benefici fiscali che esso comporta, le non profit del Regno Unito dovranno dimostrare di essere effettivamente utili al pubblico.

È uno dei tanti cambiamenti alla legge sulle charity contenuto nel rapporto “Private Action, Public Benefit: a review of charities and the wider not for profit sector” che il governo ha pubblicato oggi. Un documento cui gli esperti di Blair hanno lavorato per oltre un anno e che, secondo gli eseprti, contiene i più grandi cambiamenti alla legislazione sulle charity degli ultimi 400 anni.

Le novità? Il governo ha deciso che la Charity Commission, una specie di Aurhority del settore, avrà più potere di cancellare dall’albo delle charity le organizzazioni che non rispettano i suoi criteri di trasparenza e di riutilizzo degli utili. Allo stesso tempo molte più organizzazioni avranno la possibilità di ottenere lo status di charity: il governo, che oggi riconosce 4 categorie di charity, ha aumentato il numero a 10 includendo campi d’azione come la difesa dei diritti umani, promozione della pace e del commercio equo di cui tradizionalmente si occupano le ong.

Grandi novità anche sul fronte fundraising: nel rapporto si dice che le attività di raccolta fondi devono essere controllate più severamente da una commissione indipendente . E si modifica anche la relazione tra la Charity Commission e le organizzazioni che controlla: la prima dovrà rendere conto alle charity delle attività svolta e chiederà agli enti con entrate superiori a 1 milione di sterline di presentarle periodicamente i bilanci.

Alleghiamo qui sotto il testo completo del rapporto:

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