Dieci anni fa ero presidente nazionale della Uildm – Unione lotta alla distrofia muscolare, a metà del mio mandato triennale. Sono legato da sempre a questa splendida associazione, pur non essendo io persona con distrofia. Ricordo che in quel periodo in molti mi chiedevano che ci facessi – io con la mia osteogenesi imperfetta – a capo di un’associazione di distrofici. Sembra strano, ma anche all’interno delle disabilità esistono barriere sottili e impalpabili, differenze di approccio, di atteggiamento, di cultura.
Io nella Uildm mi sentivo a mio agio per antica amicizia con il suo fondatore, Federico Milcovich. E poi per tante amicizie maturate nel tempo.
Lasciai subito la presidenza, alla fine del mio primo e unico mandato, nel 2001, convinto che nelle associazioni sia fondamentale il ricambio dei dirigenti, e la crescita di nuove energie. Avevo ragione: oggi Alberto Fontana, presidente di rara efficienza e concretezza, sta portando, dieci anni dopo, la Uildm a risultati di assoluta eccellenza, sia nel campo della ricerca clinica che della cura alle persone.
In questo fine settimana nelle piazze italiane troveremo le farfalle allegre e colorate della giornata nazionale Uildm, verrà chiesto di dare una mano, di spendere un po’ di euro, almeno con un sms solidale. Quei soldi serviranno a migliorare i trasporti, a sviluppare buona comunicazione sui diritti, a favorire e consolidare l’attività di questa associazione che dimostra concretamente quanto sia importante che le persone con disabilità rappresentino se stesse e siano protagoniste del cambiamento sociale. Non è la “solita” raccolta fondi. È qualcosa di più, è una scommessa vinta con l’ottimismo del cuore e della ragione. Nel sito della Uildm (www.uildm.org) le storie, le battaglie, le vittorie. Senza vittimismo, con orgoglio e tenacia. Come si deve.
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