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Uganda. Storia di Walude. Sono acqua, di nome e di fatto

Si chiama proprio come l'elemento più prezioso. Si é laureato in ingegneria grazie al contributo della sua comunità. E ora scava pozzi con Amref.

di Francesco Agresti

Nel nome un destino: Walude in swahili significa acqua. Walude è anche il cognome di Mtwalib, un ingegnere civile ugandese che da anni lavora con la fondazione Amref per portare l?acqua dove non c?è. Amref è una fondazione costituta per il 95% da personale africano, ha la sua sede operativa a Nairobi e centri sparsi nel continente nero, negli ultimi 5 anni ha costruito in Kenya, Tanzania e Uganda circa 900 pozzi e riabilitato oltre 80 sorgenti.
Vita: Perché ha deciso di occuparsi del problema dell?acqua?
Mtwalib Walude: La mia storia è piuttosto originale: sono nato da una famiglia molto povera che viveva in una comunità rurale nei pressi della capitale dell?Uganda, Kampala. Se sono riuscito a terminare gli studi e a laurearmi in ingegneria lo devo a tutti i membri della mia comunità. Visto che a scuola avevo dei buoni rendimenti, hanno deciso di partecipare tutti al finanziamento dei miei studi. Nel 92, mentre stavo ancora frequentando l?università, ho lavorato per conto di una organizzazione non governativa, grazie alla quale siamo riusciti a portare acqua pura al mio villaggio. Da allora le aspettative nei miei confronti si sono moltiplicate a tal punto che gli abitanti mi chiedono di costruire case, educare i loro figli, mi hanno perfino dedicato una canzone. Ogni volta che vado via ho quasi il timore di tornare.
Vita: Quali parole userebbe per poter descrivere come si vive avendo a disposizione solo una minima quantità di acqua?
Walude: è difficile poterlo spiegare. In Uganda ogni famiglia è composta in media da 7-8 figli e in genere ha a disposizione 20 litri di acqua al giorno. Coloro che sono più fortunati vivono a 2 o 3 chilometri dalle sorgenti; quando le distanze sono maggiori si è costretti a rimanere fuori uno o più giorni. Dell?approvvigionamento se ne occupano in genere le donne e i bambini. Quando ero piccolo ricordo che con mia madre e gli altri miei fratelli ci alzavamo la mattina presto per andare a cercare un po? d?acqua. Se l?approvvigionamento è il problema principale, non è purtroppo l?unico: anche quando si trova una fonte si deve fare i conti con l?inquinamento batterico. Le comunità molto spesso non ne conoscono i rischi o dopo aver contratto qualche malattia non sono in grado di diagnosticarla. Se ne rendono conto solo nella fase terminale.
Vita: Il problema dell?acqua non si risolve quindi solo garantendo l?accesso a chi ne è privo?
Walude: No. Spesso le ong realizzano grandi interventi idraulici senza pensare a quali siano le reali esigenze comunitarie, quali le capacità tecniche necessarie per gestire questi impianti. Investimenti anche cospicui spesso, dopo poco tempo, risultano inutili perché non si pensa a trasferire anche il know how necessario per fare manutenzione o intervenire in caso di guasti. Solitamente nei progetti vengono coinvolti gli uomini anche se poi saranno le donne a occuparsi di raccogliere e utilizzare le risorse idriche. L? Amref sta costruendo una rete idrica di pozzi e sorgenti intorno alla quale realizzare interventi formativi che sappiano creare delle professionalità tecniche che rendano autonomi i villaggi e le comunità. Abbiamo inoltre attivato localmente dei fondi alimentati da tutti i membri delle comunità e questo denaro servirà per finanziare i primi interventi di manutenzione e riparazione in caso di guasti degli impianti dei pozzi.
Vita: Lei ha partecipato ai lavori del Forum alternativo dell?acqua. Che impressione ha avuto?
Walude: Il Forum alternativo dell?acqua di Firenze è stato molto importante perché per la prima volta si è parlato dell?acqua come un diritto dell?umanità in un modo molto pragmatico e vicino alla realtà, tenendo presente che non è sufficiente portare l?acqua se non si analizza il contesto culturale, sociale ed economico dei luoghi in cui si va ad operare e se negli interventi non viene coinvolta la comunità che dovrà beneficiarne.
Info:
Amref

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