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Uganda: rapite 80 ragazze cattoliche

Almeno 200 civili, tra cui un'ottantina di studentesse della scuola cattolica femminile superiore di Rwara, sono state rapite dall'esercito di liberazione del Signore (Lra)

di Redazione

Almeno 200 civili, tra cui un’ottantina di studentesse della scuola cattolica femminile superiore di Rwara, nord ovest dell’Uganda, circa 280 km dalla capitale Kampala – gli altri sono abitanti dei villaggi circostanti – sono state rapite la notte scorsa dai guerriglieri dell’esercito di liberazione del Signore (Lra). Lo hanno reso noto fonti dell’esercito, e confermato esponenti della diocesi di Soroti, che e’ ad una cinquantina di chilometri dal posto del raid. Fonti missionarie, poi, rendono noto che dopo quest’ incursione, avvenuta verso le 20,30 locali, i ribelli hanno tentato di attaccare la stessa Soroti, ma sono stati respinti. Una notizia che l’esercito non conferma, anche perche’ aveva smentito le notizie fornite nei giorni scorsi dalla radio cattolica locale ‘Veritas’ (arrivando al punto di oscurarla accusandola di diffondere voci false e tendenziose) secondo cui i ribelli si stavano infiltrando in citta’. Nell’incursione al liceo femminile, si apprende inoltre, e’ stato duramente picchiato il parroco della parrocchia che sorge all’interno della scuola, un missionario olandese di 70 anni. Nei due giorni precedenti, almeno un’altra quarantina di persone erano state rapite dai ‘guerriglieri di Dio’, come vengono chiamati i seguaci dell’Lra, mentre ieri mattina tre civili erano stati uccisi in un’imboscata tesa ad un bus passeggeri ad una dozzina di chilometri da Saitoti. La guerriglia, insomma, appare sempre piu’ all’offensiva, anche se per il governo, che si era impegnato a sbaragliarla dapprima entro lo scorso agosto, quindi entro la fine dell’anno, si tratta di colpi di coda. Una situazione che precipita, mentre la disperazione cresce e porta anche a gesti forti ed alti, come quello del vescovo di Gulu, la principale citta’ dell’area della guerriglia, monsignor John Baptist Odama, che anche stasera, per la terza volta consecutiva, passera’ -informa dal campo l’agenzia dei missionari Misna- la notte all’agghiaccio con le torme di fanciulli che cercano rifugio nella citta’, per salvarsi dalle incursioni omicide dei ribelli, e dei loro spietati sequestri. I piu’ fortunati di loro trovano posto ammassati sotto qualche androne, gli altri passano la notte appoggiati ai bus (il posto principale di ritrovo e’ infatti l’ampio ‘bus park’), con buste di plastica in testa per tentare di difendersi dalle piogge violentissime di stagione. ”Come arcivescovo della Chiesa di Gulu -ha dichiarato monsignor Odama- non posso starmene tranquillo nella mia residenza episcopale mentre ogni giorno all’imbrunire migliaia di bambini affollano la citta’, dormendo all’aperto in condizioni miserrime per paura di essere sequestrati dai ribelli”. I ‘guerriglieri di Dio’ -il cui ‘santone’ e’ Joseph Kony, molte decine di mogli e concubile, altrettanti figli- combattono dal 1988, propugnando la creazione in Uganda di uno stato rigidamente basato sui precetti bibblici, in particolare i 10 Comandamenti. Ma nulla di cristiano c’e’ nel loro agire, crudelissimo. Almeno 20.000 morti nella guerra civile, ed altrettanti fanciulli rapiti: serve-concubine le bimbe da 10 anni in su’, minimiliziani i maschi da nove; migliaia di persone mutilate, in particolare nasi e labbra tagliati, per ‘monito’. Inoltre, quasi un milione dei poco piu’ di 1,4 milioni di abitanti dell’area della guerriglia e’ stato costretto, a causa delle continue e sanguinose incursioni dei ribelli, ad abbandonare villaggi e campi che coltivavano. Sono ora ammassati in tremendi campi profughi, dove manca anche l’indispensabile per sopravvivere. Tentativi di mediazione tra guerriglia e governo -l’ultimo due mesi fa, avevano dato adito a qualche speranza, ben presto rivelatasi purtroppo vana- sono condotti dalle Chiese locali, ma finora sono sempre naufragati.


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