Politica

Uganda: presidenziali, Museveni avviato verso la vittoria

A circa un terzo dello scrutinio, i dati ufficiali danno al Presidente in carica oltre 65% dei consensi, ma l'opposizione denuncia brogli elettorali

di Redazione

Yoweri Museveni, 62 anni, al potere in Uganda dalla fine del 1985, si avvia ad ottenere il suo terzo mandato presidenziale consecutivo. A circa un terzo dello scrutinio -si e’ votato ieri- i dati ufficiali gli assegnano il 65,5 per cento dei suffragi. Solo domani ci saranno i risultati definitivi, ma Ofwono Opondo, portavoce del partito di Museveni, il Movimento di Resistenza nazionale (Mnr), ha gia’ proclamato la vittoria del suo leader. In base ai dati del Mnr, infatti, Musuveni avrebbe la certezza di almeno il 63 per cento dei voti su scala nazionale. Per essere eletti al primo turno, occorre superare il 50 per cento dei consensi espressi: risultato che appare di fatto ormai certo, seppur non ufficiale, per il presidente uscente. L’opposizione, raggruppata nel Foro per il Cambiamento Democratico, (Fdc), contesta il risultato -parla di frodi diffuse e di intimidazioni- ma sembra comunque avviata ad accettarlo. Anche se non si possono escludere incidenti, soprattutto nelle aree metropolitane, in particolare la capitale Kampala, dove e’ molto forte. Il suo leader, Kizza Beligye, 49 anni, gia’ stretto compagno d’armi di Museveni durante la guerra civile, ne era anche il medico di fiducia, ha riscosso finora il 31,9 dei voti: comunque un risultato che sembra andare al di la’ delle aspettative realistiche. In lizza c’erano anche due altri candidati, che hanno raccolto pochissimi voti, tra il due ed il tre per cento. Gli osservatori internazionali, oltre 200, hanno indicato che, anche se ci sono state irregolarita’, esse non sembrano aver inficiato il voto, svoltosi -hanno detto- pacificamente e con larga affluenza di elettori (circa il 70 per cento, ma sono dati di tendenza per ora); comunque in un clima nettamente migliore rispetto alle elezioni del 2001. Gli osservatori, peraltro, contestano soprattutto il comportamento politico e giuridico tenuto nei confronti di Beligye. Questi era stato candidato contro Museveni anche nel 2001, e dopo la sconfitta -minacciato ed accusato di complotto- era fuggito. Rientrato, tra grandi festeggiamenti, dall’esilio alla fine dello scorso ottobre, in novembre era stato arrestato con l’accusa di alto tradimento e violenza carnale. Accuse che non sembravano aver fondamento, ma che lo hanno costretto al carcere fino a gennaio. Ora e’ in liberta’ su cauzione, ma certo -notano gli osservatori internazionali- la sua possibilita’ di svolgere una corretta campagna elettorale e’ stata di fatto vanificata. Il voto dell’Uganda -che riguarda anche il rinnovo del Parlamento- e’ il primo multipartitico del paese da 25 anni. La Costituzione non avrebbe consentito a Museveni (al potere, peraltro, per i primi 10 anni senza alcun riscontro elettorale) un terzo mandato. Ma alla fine dello scorso anno i deputati la hanno cambiata, proprio per consentire al presidente di ricandidarsi, con la certezza delle rielezione. Il che ha creato forti malumori nei paesi occidentali, di cui peraltro Museveni e’ partner storico per il suo ruolo di mediazione nella regione, e per essere sempre stato una garanzia contro ogni forma di terrorismo. Alcuni aiuti al bilancio sono stati tagliati, ovvero congelati. Ma in ambienti diplomatici si ritiene che ben presto tutto riprendera’ come prima: sul presidente ugandese conta molto l’Occidente per la sicurezza della regione, e l’Uganda sta vivendo da ormai quasi 10 anni una crescita economica molto rilevante, oltre ad aver contrastato con decisione, per primo ammettendo il problema e la sua gravita’, la tragedia dell’Aids. Anche se pesa come una tragica cappa la ribellione che insanguina ormai da 20 anni il Nord.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA