Mondo

Uganda: leaders religiosi condannano la strage

I leader religiosi ugandesi hanno condannato le stragi compiute in questi giorni dai ribeli in nord Uganda

di Emanuela Citterio

“Proviamo orrore per la perdita di così tante vite umane. La vita è un dono prezioso di Dio e nessuno ha il diritto di toglierla”: così i leader religiosi delle comunità Acholi e Lango ( le due etnie prevalenti in nord Uganda) hanno espresso poco fa, in una nota inviata alla Misna, la loro ferma condanna contro la recente ondata di attacchi del sedicente Esercito di resistenza del signore (Lra) nella zona di Lira, capoluogo dell’omonimo distretto settentrionale ugandese. “Chiediamo al governo di Kampala, che ha la responsabilità di proteggere la popolazione civile, di affrontare questa crisi in maniera più seria” proseguono i leader nord ugandesi. Da circa due settimane il distretto di Lira è teatro di un vero stillicidio quotidiano, le numerose incursioni dei ribelli nei villaggi rurali intorno al capoluogo continuano a mietere vittime tra la popolazione civile inerme. Gli ultimi episodi, avvenuti nella notte tra lunedì e martedì, hanno causato, secondo quanto riferito alla Misna da fonti religiose locali, la morte di almeno 53 persone, uccise all’arma bianca in 4 attacchi contro altrettanti villaggi. L’area di Lira continua ad essere una delle più bersagliate dalle violenze degli ‘olum’ (come la gente in lingua locale chiama i ribelli), nonostante Kampala abbia recentemente inviato rinforzi al contingente militare presente nella provincia. “Vogliamo presentare le nostre più sentite condoglianze ai parenti delle vittime che stano piangendo oggi i propri cari” dicono i leader religiosi. “Vi assicuriamo che continueremo a lavorare incessantemente per trovare una soluzione pacifica a questo conflitto che sconvolge il nord e l’est dell’Uganda. È importante però restare calmi e soffocare gli impulsi vendicativi” si legge ancora nella nota. I leader religiosi Acholi e Lango lanciano poi un appello alla comunità internazionale, alla quale chiedono di non ignorare la situazione e di andare oltre “le belle parole”. “Abbiamo bisogno di cibo, ripari, acqua ed assistenza sanitaria. La città di Lira è sommersa da sfollati interni e da sola non riesce più a sostenere questa situazione” continuano i religiosi. Secondo i dati diffusi dalla diocesi di Lira e contenuti nella nota dei leader Acholi e Lango il capoluogo nord ugandese è passato in poco tempo dagli abituali 100mila abitanti a quasi 450mila. “Gli ugandesi non hanno più intenzione di permettere che questo genocidio continui” conclude la nota. Dal 1986 i ribelli dello Lra, guidati dal loro leader Joseph Kony, sconvolgono i distretti settentrionali ugandesi: in 17 anni di terrore hanno ucciso e torturato decine di migliaia di persone (almeno 100mila morti), rapito più di 20mila bambini (ridotti in schiavitù o arruolati a forza nelle file della guerriglia) e provocato oltre 1 milione di sfollati. Info: www.misna.org


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