Formazione

Uganda, dove il Papa celebrò la messa oggi ci sono gli sfollati

La spianata di Gulu, nel nord Uganda, è divantato un immenso accampamento per chi fugge dai ribelli del Lra

di Redazione

Nove anni fa migliaia di fedeli accolsero in questa immensa spianata Giovanni Paolo II. Oggi la vasta area di Gulu (nord Uganda), terra battuta e nuvole di polvere, si è trasformata in un gigantesco accampamento di sfollati all?aperto. Secondo quanto segnalano fonti dell’agenzia Misna, in queste ore migliaia di persone fuggono da tutto il nord del Paese si stanno ammassando nello spazio dove il Papa celebrò la messa nel 1993. Dai distretti di lingua acholi i civili si riversano nelle città per sfuggire agli attacchi dei ribelli dell?Esercito di resistenza del signore (Lord?s resistence army, Lra). Le notizie delle ultime ore, con l?attacco alla missione dei padri comboniani a Iceme, nel distretto di Lira, hanno seminato il panico nei villaggi. Fonti della Misna a Gulu, la principale città settentrionale del Paese, segnalano una situazione esplosiva, con intere famiglie che prendono d?assalto ospedali e parrocchie per trovare un rifugio sicuro dove trascorrere la notte. Fuori città nelle ultime settimane sono tornate a imperversare le bande armate guidate da Joseph Kony, che continuano a prendere di mira scuole, case, postazioni militari. In particolare vengono assaltati frequentemente i ?protected camps?, i villaggi ?custoditi? dall?esercito ugandese, creati appositamente dal governo di Kampala per proteggere le popolazioni della zona. Ma il più delle volte questi presidi restano sguarniti e i ribelli mettono a segno le loro razzie: bruciano case, saccheggiano, rapiscono soprattutto i più giovani, destinati a diventare ?portatori? oppure, se ritenuti abili, inviati nei campi di addestramento dei guerriglieri in Sud Sudan. Domani il consiglio della municipalità di Gulu terrà un incontro straordinario per far fronte alla situazione di emergenza che si è venuta a creare. Negli ultimi due mesi, gli uomini armati di Kony hanno intensificato razzìe, rapimenti, saccheggi e violenze che da 15 anni provocano insicurezza e paura diffusa in ampie zone del nord del Paese.


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