Mondo
Uganda, cliniche mobili e una nuova sala operatoria per evitare la cecità
Inaugurato il nuovo plesso oculistico dell’Ospedale St. Joseph a Kitgum, in Uganda, che offrirà servizi a 10.200 persone ogni anno. Un progetto di cooperazione finanziato da Aics, con capofila Cbm Italia Onlus. Al momento nel Paese c’è solo un oftalmologo ogni milione di abitanti
Più di 10mila persone l’anno saranno visitate, curate e dotate degli ausili che possono migliorare la qualità della loro vita. Dopo tre anni di lavori, è stato inaugurato ieri a Kitgum, in Uganda, il nuovo plesso oculistico chirurgico dell’Ospedale St. Joseph. In Uganda vivono 3 milioni di persone con problemi visivi, ma al momento c’è solo un oftalmologo ogni milione di persone. Patologie curabili come la cataratta, il tracoma o il glaucoma portano così alla cecità poiché non vengono curate, soprattutto quando si vive nelle zone più lontane dalle città. Cecità che nel 75% dei casi sarebbe evitabile secondo IAPB, The International Agency for the Prevention of Blindness. In questo contesto, Cbm Italia ha avviato nell’ottobre del 2020 la costruzione del centro oculistico chirurgico, che dedicherà particolare attenzione alle categorie più vulnerabili come persone con disabilità, donne e bambini. Il progetto di cooperazione internazionale è sostenuto dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo-Aics ed è realizzato in accordo con il Ministero della Salute ugandese: accanto a Cbm Italia, capofila del progetto, sono coinvolte anche la ong Medici con l’Africa Cuamm e i partner Gnucoop, Uici e i governi distrettuali di Kitgum, Arua e Terego. L’obiettivo è potenziare le infrastrutture e le risorse umane del St. Joseph in ambito oculistico ma anche decentralizzare i servizi sanitari per raggiungere le aree più remote e contribuire così alla riduzione della cecità evitabile.
È stata realizzata una nuova sala operatoria, costruita secondo gli standard internazionali di accessibilità in ambito di disabilità, che rende il St Joseph un oculistico di secondo livello, ovvero capace di erogare cure diagnostiche, trattamenti specialistici e chirurgie (cataratta, errori refrattivi, chirurgie da traumi). Anche la sala degenza dei pazienti è stata sistemata. Per i pazienti più lontani, il progetto ha ristrutturato e fornito di equipaggiamento altri 4 centri sanitari, oltre a prevedere l’organizzazione di cliniche oculistiche chirurgiche e non chirurgiche mobili nelle comunità lontane e nei campi profughi. Non dimentichiamo infatti l’Uganda accoglie molti rifugiati da Sud Sudan e Congo, soprattutto nella zona nord del Paese.
«Un grande orgoglio e una forte emozione mi riempiono oggi davanti a questo sogno che si concretizza», afferma Massimo Maggio, direttore di CBM Italia. «Questo nuovo centro è un tassello che mira a spezzare il circolo vizioso che lega povertà e disabilità qui in Uganda come negli altri Paesi in Via di Sviluppo». Giovanni Grandi, direttore della Sede regionale di Nairobi di AICS competente per l’Uganda, sottolinea come «in Uganda gli sforzi della Cooperazione Italiana sono stati storicamente volti al miglioramento dell’accesso ai servizi sanitari. Il nostro impegno proseguirà in futuro con una nuova iniziativa regionale tra Kenya, Tanzania ed Uganda che prevede il coinvolgimento di una delle eccellenze italiane nel settore della salute, ovvero il Centro di Salute Globale della Regione Toscana. L’inaugurazione odierna di un plesso oculistico chirurgico, reso accessibile ed inclusivo, è simbolo di una Cooperazione che si sforza di garantire cure di alta qualità nei Paesi partner e che non vuole lasciare indietro nessuno».
L’inaugurazione del nuovo plesso è avvenuta alla presenza del direttore di CBM Italia Massimo Maggio; dell’Arcivescovo di Gulu, S.E.R. Mons. John Baptist Odama; della ministra della Salute ugandese, dott.ssa Jane Ruth Aceng; della direttrice medica del S. Joseph Hospital, Pamela Atim e di Jackie Kwesiga, country drector di Cbm Uganda.
Nella foto del taglio del nastro, da sinistra, appaiono S.E.R. Mons. John Baptist Odama Arcivescovo di Gulu; Massimo Maggio, Direttore CBM Italia Onlus; Jackie Kwesiga, Country Director CBM Uganda; il rappresentante della Ministra della Salute Ugandese.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.