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Uganda: catturato comandante della ribellione

Un generale dell'esercito di resistenza del Signore capeggiato dal sanguinario ribelle Joseph Kony catturato nel week end

di Joshua Massarenti

Uno dei leader militari dei ribelli che da 18 anni insanguinano il nord dell’Uganda, il brigadiere generale Michael Acellan-Odong e’ stato ferito e catturato sabato sera dall’esercito. Con lui sono state fermate anche due donne, ritenute mogli (o concubine) del leader storico dei guerriglieri, Joseph Kony, e due loro figli piccoli, di circa un anno ciascuno. Lo rende noto l’Ansa citando il portavoce dell’esercito nel distretto di Kitgun, maggiore Shaban Bantariza.

L’aspetto rilevante della vicenda e’ che il generale catturato era non solo il vice responsabile della sicureza di Kony, ma anche uno dei componenti della delegazione negoziale che ha tentato di trovare un’intesa col governo: colloqui per ora falliti, ma che lasciano spiragli di possibile ripresa. Acellan-Odong e’ ricoverato nell’ospedale di Gulu -istituto missionario italiano-, cosi’ come una delle mogli di Kony. I due feriti non sono in condizioni gravi, stando alle fonti ufficiali. L’azione e’ la riprova che l’esercito in larga maggioranza spinge per bloccare i canali negoziali, formalmente chiusi una decina di giorni fa anche dal presidente Yoweri Musuveni (che molto si era speso in loro favore) che ha deciso di sospendere il cessate il fuoco unilateralmente dichiarato per facilitare i colloqui.

Tuttavia atti come l’arresto delle mogli di Kony non possono che complicare ogni possibile riapertura di dialogo negoziale. La ribellione e’ condotta dall’Esercito di Resistenza del Signore (Lra) che propugna l’abbattimento dello stato ugandese, e la creazione di uno stato retto sul rigido rispetto dei precetti biblici, in particolare i Dieci Comandamenti, anche se nulla di cristiano vi e’ nella sua crudelissima azione. Ha finora causato forse 100.000 morti, tra violenza tremende; rapito circa 25.000 bimbi, serve concubine le femmine, miliziani i maschi; e costretto 1,5 milioni di persone, di fatto tutta la popolazione civile dell’Uganda del Nord, ad abbandonare villaggi e terreni coltivabili per cercare rifugio in campi dove manca anche l’indispensabile per sopravvivere, e spesso in balia di sanguinosi attacchi dei ribelli. L’Lra, pero’, appare ormai abbia militarmente le ore contate, anche perche’ dopo la pace in Sudan, ora davvero i loro ‘santuari’ storici nelle aree sudanesi confinanti con l’Uganda sono preclusi.

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