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Uganda: Bush incontra i sieropositi di Taso

Azione Aiuto. Siamo onorati, dobbiamo sentirci 'legati'?

di Redazione

“Ogni giorno in Africa 8.000 persone muoiono di AIDS, 14.000 vengono infettate. Chiedo con urgenza ai nostri partner europei, al Giappone e al Canada di unirsi a noi in questa missione di soccorso, impegnandosi a mettere a disposizione le risorse economiche necessarie. Per ogni giorno di ritardo muoiono 8.000 persone in più.” George W. Bush Con queste parole il presidente degli Stati Uniti prima del G8 di Evian aveva annunciato l’impegno della sua amministrazione per lo stanziamento di 15 miliardi di dollari per la lotta all’AIDS in Africa nei prossimi 5 anni. Azione Aiuto apprezza l’iniziativa americana, che rappresenta un significativo passo in avanti nell’impegno delle nazioni più ricche nella lotta all’AIDS. Si tratta peraltro di finanziamenti che dovranno essere approvati dal Congresso USA anno per anno e che saranno allocati per la più parte a favore di iniziative bilaterali del governo americano. Progetti controllati unicamente dagli Stati Uniti, la nazione che vanta una delle più alte percentuali di aiuti ‘legati’, ovvero risorse che vengono concesse per favorire la riduzione della povertà, a patto che siano utilizzate per comprare beni e servizi provenienti dal paese donatore. Il 70% degli aiuti americani bilaterali sono ‘legati’: soldi che tornano negli Stati Uniti perché assegnati ad aziende di consulenza americane! Non è ancora chiaro che tipo di progetti verranno finanziati con i 15 miliardi di dollari promessi per la lotta all’AIDS, quali saranno le nazioni africane che ne beneficeranno e i criteri di selezione che verranno utilizzati nella valutazione dei progetti. Ad oggi, si prevede che un terzo dei finanziamenti allocati a programmi di prevenzione verrà impiegato in progetti che promuovono l’astinenza sessuale. Un approccio fortemente inefficace che pretende di favorire un cambiamento nei comportamenti privati delle popolazioni, imponendo una morale molto lontana dalla cultura africana e insidiando la capacità decisionale dei locali. Inoltre, solo i paesi che hanno accettato di utilizzare cibo e sementi OGM potranno avere accesso ai finanziamenti. Molto controverso infine, rimane il finanziamento a progetti che forniscono farmaci antiretrovirali alla popolazione africana; le multinazionali detentrici dei brevetti su questi farmaci sono per la più parte americane. Dei 15 miliardi promessi, per il momento solo uno andrà a finanziare l’iniziativa multilaterale del Fondo Globale per la Lotta all’AIDS, Tubercolosi e Malaria. L’iniziativa, nata nel 2001 al G8 di Genova su richiesta delle Nazioni Unite, ha una gestione indipendente dalle fonti di finanziamento e adotta meccanismi che dovrebbero garantire l’aiuto slegato. Azione Aiuto chiede che sia allocata al Fondo Globale una percentuale maggiore degli aiuti promessi dagli Stati Uniti: il Fondo ha bisogno di risorse, nel breve e nel lungo periodo, per proseguire efficacemente il percorso intrapreso nella lotta contro le epidemie di HIV/AIDS, Tubercolosi e Malaria, che rappresentano una minaccia costante allo sviluppo dei paesi africani.


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