Mondo

Uganda: Appello ONU, “Porre fine all’orrore”

Oltre 20.000 bambini coinvolti nella guerra civile

di Giulio Leben

Nel nord dell’Uganda si consuma una delle piu’ gravi crisi umanitarie nel mondo, con oltre 20.000 bambini coinvolti nella guerra civile, e le Nazioni Unite hanno lanciato un appello alla comunita’ internazionale perche’ faccia di piu’ per porre fine a questa ”litania di orrori”. Lo ha scritto oggi la Bbc online.

La notte scorsa il responsabile delle operazioni umanitarie dell’Onu, Jan Egeland, ha riferito al Consiglio di sicurezza sulla situazione in Uganda settentrionale, dove la guerra civile scatenata dall’Esercito di liberazione del Signore (Lra, un movimento armato a sfondo etnico religioso) ha provocato 100.00 morti e circa 1,6 milioni di sfollati. Egeland, che ha incontrato i giornalisti dopo aver informato il Consiglio di sicurezza, ha detto di aspettarsi che il processo di pace avviato nel confinante Sudan meridionale faccia sentire benefici effetti anche in Uganda.

”C’e’ un processo di pace in Sudan che puo’ avere ricadute positive, perche’ in precedenza la guerra in Sudan ha avuto ricadute negative nel conflitto in Uganda settentrionale”, ha detto Egeland, citato dalla Bbc. Egeland ha esortato i governi a prestare maggior attenzione, dare piu’ aiuti e fare piu’ pressioni sulle parti per porre fine al conflitto. I ribelli dell’Lra hanno iniziato la lotta armata contro le autorita’ di Kampala nel 1986, continuando a rafforzare i loro ranghi con bambini rapiti e costretti a fare i soldati. La Corte penale internazionale sta indagando su questo movimento, che si ritiene abbia avuto le basi in Sudan.

Il capo dell’Lra, Joseph Kony, sostiene di lottare per i diritti della popolazione del Nord Uganda, ma gli osservatori affermano che la sua guerra fatta di stupri e rapimenti di massa non gode di consensi. Egeland ha detto che circa l’80% dei combattenti dell’Lra sono bambini, e circa il 90% della popolazione locale e’ stata portata via dalle sue case. Ventimila bambini sono stati rapiti e costretti a combattere o trasformati in schiavi sessuali, 40.000 persone sono diventate ‘sfollati notturni’, costrette cioe’ ad abbandonare ogni notte le loro abitazioni per timore di attacchi.

Il governo ugandese ultimamente ha annunciato una serie di successi militari contro il gruppo ribelle, e il suo ambasciatore alle Nazioni Unite, Francis Butagira, ha accolto con disappunto l’appello di Egeland, affermando che non e’ stato fatto al momento appropriato, ora che le forze governative stanno per sgominare i guerriglieri.

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