Mondo

Uganda, appello dei religiosi: troppe ingiustizie

In Uganda un appello dei religiosi in vista delle elezioni del 23 febbraio denuncia come "scandalo" la guerra nel nord del Paese

di Emanuela Citterio

?Dopo 20 anni il governo non è riuscito a risolvere questo scandalo conflitto! Nel frattempo, quasi 2 milioni di sfollati interni sono costretti a vivere in condizioni inumane. Circa mille sfollati muoiono ogni settimana, una vergogna per il governo e noi tutti?. Sono affermazioni forti quelle contenute nella dichiarazione che i religiosi cattolici dell?Uganda hanno reso pubblica in vista delle elezioni del 23 febbraio. I religiosi denunciano “falsità e ingiustizie”, riferendosi soprattutto alle incursioni nel nord del Paese del Lord Resistence Army, una banda armata che da vent’anni vessa la popolazione acholi, ormai costretta a vivere nei campi profughi. “Vogliamo aggiungere la nostra voce alle tante altre voci: i Vescovi cattolici dell?Uganda, Uganda Joint Christian Council (UJCC), Uganda Law Society, Uganda Governance Monitoring Programme (UGMP), singoli cittadini e Stati stranieri, che, in queste ultime settimane e mesi hanno espresso la loro preoccupazione sugli sviluppi della situazione politica e sociale in questo particolare momento della storia del nostro Paese? afferma la dichiarazione dell?Associazione dei Superiori degli Istituti Religiosi dell?Uganda (AMSRIU) resa nota dall’agenzia Fides. L?Uganda si appresta a votare il 23 febbraio per l?elezione del Presidente. ?Lo scopo della nostra dichiarazione non è altro quello di prendere parte allo sforzo di riflessione e di azione di tutti quelli che cercano di conoscere e di vivere la verità che ci renderà liberi di lavorare per la pace nella giustizia e per la costruzione della fratellanza nel nostro Paese? affermano i responsabili delle Congregazioni religiose presenti in Uganda. ?Sappiamo che la verità è amara, ma siamo convinti che solo la sua amarezza può curare le molte ferite inflitte agli individui e alla società?. ?Siamo testimoni di diverse forme di non verità e di ingiustizia in molte parti del Paese” continua il comunicato. “Queste falsità e ingiustizie devono essere chiamate con i loro nomi?. I religiosi indicano alcuni di questi mali: le difficoltà nel consolidare il processo democratico; il conflitto civile nel nord-est del Paese; la diffusione della corruzione; le conseguenze della sentenza della Corte di Giustizia internazionale che ha riconosciuto le responsabilità dell?Uganda nella guerra civile nella Repubblica Democratica del Congo; le distorsioni della campagna elettorale nelle prossime elezioni. Per quel che concerne il processo democratico e le imminenti elezioni, i religiosi rilevano diverse circostanze che suscitano ?le nostre perplessità: mancata iscrizione di diverse persone nelle liste elettorali, non perché non vogliono, ma a causa di serie mancanze nel processo d?iscrizione; ritardo del programma di educazione civica sul processo di transizione e sulle elezioni; anticipo della data delle elezioni senza nessuna ragione convincente agli occhi di molti ma a svantaggio dei partiti di opposizione?. ?Nonostante le nostre riserve, rimaniamo ottimisti sul fatto che non è troppo tardi per il governo e tutte le parti interessate di rimediare alla situazione?, affermano i superiori degli ordini religiosi, e concludono convocando invitadno “tutte le persone che cercano la pace” per una giornata di riflessione e preghiera il 19 febbraio in tutte le diocesi ugandesi.


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