Sostenibilità

UE: WWF, allargamento minaccia specie a rischio

Un rapporto di TRAFFIC Europe denuncia la diversità di controlli sul commercio degli animali selvatici previsti dai nuovi Stati membri

di Francesco Agresti

Alla vigilia dell?adesione di 10 nuovi paesi alla UE, il TRAFFIC, la rete di monitoraggio sul commercio di specie selvatiche, e il WWF, l?organizzazione mondiale per la conservazione, stanno sollecitando gli attuali e i nuovi Stati Membri ad incrementare i loro sforzi per frenare il commercio illegale di specie selvatiche. Gli esperti temono che i commercianti sfrutteranno l?allargamento dell?Unione Europea per riciclare nel mercato unico della UE esemplari selvatici ottenuti illegalmente. Un rapporto del TRAFFIC Europe “Expanding borders: New challenges for wildlife trade controls in the European Union” rivela che le differenze tra i controlli sul commercio di specie selvatiche negli attuali Stati della UE ed i nuovi hanno consentito ai commercianti di importare illegalmente specie che sono vietate nella UE da anni. Il rapporto esprime preoccupazione sulla possibilità che i commercianti nei paesi aderenti sfrutteranno l?opportunità di introdurre nella UE esemplari illegali assieme ai loro stock legali per soddisfare la richiesta di mercato dagli attuali paesi membri, quando i confini scompariranno a partire dal 1° maggio. Tra queste specie vi sono testuggini, pappagalli, serpenti, lucertole e orchidee. Tra il 2000 e il 2002 più di mille testuggini di Kleinmann, specie in pericolo, sono state introdotte illegalmente in Polonia e Malta. E? probabile che questi esemplari troveranno nella UE un mercato pronto dopo che i confini saranno aperti. Ci sono anche indicazioni che specie minacciate come il pappagallo Amazzona di Santa Lucia, Amazzona di Saint Vincent, i cacatua neri dell?Australia, la testuggine del Madagascar o i sempre più rari camaleonti del Madagascar sono tenute illegalmente nella Repubblica Ceca. Queste specie possono essere vendute per diverse migliaia di Euro nel mercato nero della UE. Il rapporto rivela anche che in alcuni paesi aderenti i commercianti mantengono stock legali e illegali in attesa del cambiamento dei confini. “Cambiamenti nei controlli di frontiera possono dare la possibilità per un incremento del commercio illegale di alcune tra le specie più minacciate del mondo”, afferma Massimiliano Rocco, responsabile del Programma Specie, TRAFFIC e Centri di Recupero del WWF Italia. “Gli attuali membri della UE già affrontano molte sfide per controllare il commercio illegale ed è probabile che i nuovi membri dovranno fare lo stesso quando si troveranno a dover controllare i nuovi accessi alla UE. E? importante che quei paesi che da oggi in poi avranno il controllo delle frontiere terrestri per tutta l’UE imprimano un forte colpo di acceleratore alle attività di controllo e di investigazione per contrastare il mercato illegale di animali, piante e prodotti derivati? Il rapporto mostra che ci sarà una drastica riduzione nel personale di dogana negli attuali confini chiave. Dopo l?adesione, il confine orientale dell?UE sarà maggiore di un terzo e sarà controllato da sette anziché tre paesi. Il controllo del commercio illegale di specie selvatiche nella UE è particolarmente difficile dato che i controlli vengono effettuati solo ai confini esterni. Una volta che specie animali e vegetali di cui è regolato il commercio entrano nella UE, possono essere spostati liberamente tra i paesi. “Coordinamento e cooperazione migliori tra le agenzie di controllo dei 25 paesi sono necessari e urgenti per incrementare la capacità della UE di contrastare il commercio illegale di specie selvatiche”, afferma Stephanie Theile, autrice del rapporto TRAFFIC. “Gli Stati Membri devono agire subito e assicurare che gli organi di controllo dei 25 paesi lavorino assieme per impedire che esemplari selvatici illegali entrino nei mercati della UE allargata? Il rapporto chiede ai governi della UE di creare una Task Force della UE sul commercio di specie selvatiche per monitorare il commercio illegale di specie selvatiche e assistere il personale addetto ai controlli nella UE, in particolare nei 10 nuovi membri che rappresentano ora la prima linea della UE.


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