Formazione
Ue: Stati membri a tutela dei diritti nazionali
Reding: «La sentenza di ieri in Italia ne è un esempio»
di Redazione
La Commissione Europea non è l’unica a tutelare i diritti fondamentali nell’Ue, gli stati membri hanno le proprie istanze per garantirli, come dimostra la sentenza ieri della Consulta sul Lodo Alfano. Lo ha detto il commissario europeo per la Società dell’informazione e i media, Viviane Reding, nel corso del dibattito al Parlamento Europeo a Bruxelles sulla libertà d’informazione in Italia.
«La Commissione – ha detto il commissario – non ha competenza sull’intera tutela dei diritti fondamentali. Gli stati membri dispongono di Corti costituzionali, corti di appello, tribunali, che garantiscono i diritti fondamentali. Proprio ieri in Italia abbiamo avuto un esempio» con la sentenza della Consulta sul Lodo. «L’Ue – ha aggiunto Reding – non è un superstato, esiste una suddivisione dei compiti e questa architettura non cambierà con il Trattato di Lisbona».
«Lancio un appello – ha detto anche il responsabile Ue – a non strumentalizzare le istituzioni comunitarie per risolvere questioni che in base al trattato Ue vanno risolte a livello nazionale». Piuttosto, ha aggiunto, «concentriamoci sulle cose per le quale l’Unione Europea è competente».
A proposito di libertà di informazione, Reding ha sottolineato che Bruxelles è intervenuta con la direttiva televisione senza frontiere e sulla libertà di accesso alle frequenze televisive, ricordando che le normative comunitarie «assicurano che tutti gli operatori del mercato abbiano accesso non discriminante al mercato». A proposito, ha affermato che «le autorità nazionali non possono congelare la situazione di mercato a vantaggio di chi è già presente», citando la sentenza della Corte europea per l’Italia che impone di riconsegnare le frequenze negate all’emittente Europa 7 nel 2006. «Grazie a questa sentenza – ha detto – le autorità italiane stanno cambiando impostazione e noi ce ne rallegriamo».
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