Famiglia

Ue: rapporto choc sui piccoli richiedenti asilo

L'Agenzia Europea dei Diritti Fondamentali sottolinea casi di detenzione, emarginazione, esclusione dalle tutele sanitarie e dal ciclo formativo

di Benedetta Verrini

Accolti in luoghi “inadatti” se non addirittura detenuti, poco tutelati nell’ambito sanitario, esclusi dal ciclo formativo, limitati nella libertà personale, lasciati all’oscuro dei loro diritti. E’ la situazione, decisamente pesante, dei minori non accompagnati e richiedenti asilo in Europa.

Emerge dal rapporto Separated, asylum-seeking children in European union member states (Rapporto sui minori non accompagnati richiedenti asilo nei Paesi UE) dell’Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali (FRA), che raccomanda agli Stati Ue di fare di più per migliorare la condizione di questi ragazzi, provenienti da diversi paesi nel mondo e soli.

Attraverso 336 interviste ai minori stranieri e 302 agli adulti che se ne prendono cura in dodici paesi dell’Ue (Austria, Belgio, Cipro, France, Ungheria, Italia, Malta, Olanda, Polonia, Spagna, Svezia e Regno Unito), il rapporto Fra mette in luce i disagi e i problemi dei minori che arrivano in Europa da altri paesi senza i genitori o i loro tutori legali e propone alcune considerazioni su come gli Stati che accolgono questi bambini e ragazzi potrebbero venire meglio incontro ai loro bisogni fondamentali.

L’arrivo, ogni anno, di migliaia di minori non accompagnati nei paesi Ue, scrive il direttore della Fra Morten Kjaerum, «pone una seria sfida alle istituzioni europee e alle autorità degli stati membri, che hanno l’obbligo di assistere e proteggere questi bambini: la loro situazione precaria li rende particolarmente vulnerabili ad abusi nel campo dei diritti umani e, considerati gli alti rischi a cui sono esposti, la protezione di questi minori è fondamentale».

Per questa ragione, l’Agenzia europea per i diritti fondamentali avanza alcune raccomandazioni agli Stati europei. Tra queste: l’accesso ad adeguare cure sanitarie anche mediante l’accompagnamento di professionisti formati in mediazione culturale; la nomina rapida di un tutore legale; la rimodulazione di regole disciplinari e amministrative in favore delle esigenze dei minori non accompagnati, per evitare possibili discriminazioni; i minori dovrebbero essere incoraggiati a riferire i casi di maltrattamento e discriminazione, soprattutto ai garanti per l’infanzia (dove esistano); il supporto finanziario e materiale deve consentire ai minori non accompagnati di partecipare alla vita sociale e di interagire coi coetanei della realtà che li ospita.

L’edizione estesa del rapporto Fra verrà pubblicata a giugno.


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