Un ”no” dell’Irlanda al Trattato di Nizza sarebbe un cataclisma. Romano Prodi risponde così, in un’intervista al quotidiano francese ”Le Monde” ad una domanda sul processo di allargamento e sul referendum in programma per sabato.
”Naturalmente, dal punto di vista politico l’allargamento resterebbe una cosa necessaria. Ma non possiamo arrivarvi con un secondo ”no” dell’Irlanda”. E’ troppo tardi, sottolinea poi nel colloquio, per fermare il processo di allargamento: ”le conseguenze sarebbero molto gravi”.
Ma Prodi resta fiducioso: l’ampliamento potrà svolgersi nel rispetto del calendario fissato, malgrado gli ostacoli. Non solo il problema degli aiuti all’agricoltura, un tema sul quale Gerhard Schroeder e Jacques Chirac hanno già annunciato che avranno difficoltà a raggiungere un accordo prima del vertice di Copenaghen, ma anche il referendum irlandese.
E la crisi del governo olandese, ”che non ha conseguenze sul piano formale, ma accresce l’inquietudine”. ”La Commissione – ricorda infine – non ha nascosto l’esistenza di difficoltà nei paesi candidati, ma crediamo che possano essere superate.
Questi paesi entreranno nell’Unione nel 2004, ed abbiamo messo a punto una strategia di accompagnamento per aiutarli. Sono sulla buona strada. Ora devono proseguire”.
D’altra parte, ”l’alternativa al mancato ampliamento sarebbe il disastro politico ed economico per l’Europa. Tutti quei paesi si sono preparati, hanno investito, politicamente, economicamente… Riuscite ad immaginare la delusione e la tensione che provocherebbe un rinvio?”
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