Formazione
UE/Patto di Stabilità: due pesi e due misure?
Riforma del patto di stabilità Ue da Bruxelles versioni contrastanti
di Giulio Leben
Conclusioni controverse per la riunione dei ministri delle Finanze della zona dell’euro, che si è conclusa in piena notte, dopo nove ore e mezza di confronto. Secondo il presidente di turno del Consiglio, il premier del Lussemburgo Jean-Claude Juncker, i vari Paesi hanno avvicinato le loro posizioni sul progetto di riforma del Patto di stabilità e di crescita. “Stiamo progredendo. Ci sono elementi di accordo anche se resta difficile”, ha detto Juncker al termine della lunga maratona, visibilmente provato.
Opposta la posizione del Commissario Ue agli Affari Economici e Monetari, Joaquin Almunia, che, entrando pochi minuti fa alla riunione Ecofin, ha dichiarato di “non essere molto soddisfatto” degli esiti della riunione dell’Eurogruppo, sottolineando che “vi sono ancora molti problemi aperti nel dibattito” ma che “un accordo è necessario”.
A rincarare la dose la reazione dei leader dell’Alleanza democratica e liberale europea (Adle), terzo maggior gruppo al Parlamento di Strasburgo, a proposito delle proposte di modifica presentate sul Patto di stabilita’ economica. Nell’Unione europea ”ci devono essere regole strette e giuste – hanno affermato – e non basate sul volere di alcuni stati”. Questa.
”Non si cambiano le regole arrangiandole secondo il metodo dei due pesi e due misure”, ha detto Marielle de Sarnez, vicepresidente del gruppo, facendo presente che e’ inaccettabile il metodo secondo cui per alcuni paesi le regole sono ignorate e altri sono obbligati a rispettarle. Per i liberaldemoratici e’ ”in gioco la credibilita’ economica dell’Ue” ed i ministri economici ed il prossimo Consiglio europeo di fine marzo ”devono dimostrare di essere all’altezza della situazione”.
L’Adle chiede che l’unica flessibilita’ consentita alle regole del Patto sia quella legata alla congiuntura e potra’ essere allentata ”solo nel caso di crescita lenta”.
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