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Ue: passo avanti importante per adesione Turchia nell’Unione

Il Commissario europeo all'allargamento annuncia il via libera all'adesione della Turchia, ma, nonostante l'annuncio del premier Erdogan di escludere condanna all'adulterio nel nuovo codice penale

di Joshua Massarenti

Il primo ministro turco Recep Tqyyip Erdogan – facendo una decisa e per certi aspetti scontata, marcia indietro rispetto alle posizioni degli ultimi giorni – ha convinto Guenter Verheugen. ”Non ci sono piu! ostacoli sul tavolo, non ci sono altre condizioni che Ankara deve soddisfare per consentire alla Commissione di fare la sua raccomandazione”, ha detto il commissario europeo all’ allargamento, da tempo paladino dell’entrata della Turchia nell’Unione europea. Ma l’ottimismo che si e’ diffuso dopo il colloquio e l’annuncio che il governo di Ankara gia’ domenica prossima fara’ le riforme del codice penale richieste da Bruxelles, non puo’ far sopravvalutare l’importanza del passo compiuto oggi. Con gli impegni presi la Turchia e’ solo rientrata nei binari, ma che questi portino dritti alla stazione dell’Ue e’ tutto da dimostrare. Perche’ Ankara non ha ancora superato alcun esame, ha solo risposto a parte delle condizioni senza le quali il 6 ottobre prossimo la Commissione sarebbe stata costretta a presentare un rapporto di totale bocciatura. Il rapporto della Commissione europea sullo stato di avanzamento delle riforme in Turchia ”sara’ obbiettivo e equo”, ha assicurato Romano Prodi, dopo un colloquio con Erdogan. Il presidente della Commissione, che ha ricevuto il premier turco solo dopo aver avuto la certezza che avrebbe abbandonato le posizioni enunciate nei giorni scorsi sulla riforma del codice penale – accompagnate da frasi di inappropriata irritazione per i richiami subiti da Bruxelles – ha usato un linguaggio piu’ cauto del suo commissario. Prodi sa che ci sono componenti dell’attuale eurogoverno contrari all’ammissione della Turchia e che gli impegni avranno bisogno di una costante verifica. A questo punto, comunque, il test della Commissione puo’ essere considerato superato. Non a pieni voti, ma con riserve che resteranno sempre una spada di Damocle per il governo turco e che lo accompagneranno per tutto il percorso – che si preannuncia lungo – per entrare a far parte delle istituzioni di Bruxelles. Oggi il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, concordando con altri leader europei, ha ipotizzato che ci vorranno 10-15 anni per esaurire il processo di adesione turco, contro i cinque in media degli ultimi stati membri. E Schroeder guida un governo che e’ favorevole all’ammissione di Ankara nell’Ue. Se la Turchia vorra’ completare con successo questo difficile percorso dovra’ innanzi tutto evitare, da ora al 17 dicembre – quando la raccomandazione della Commissione sara’ sul tavolo dei capi di stato e di governo dei 25 – altre sbandate. Rimangiarsi alcuni impegni, come aveva fatto sul codice penale, immaginando di introdurvi tra l’altro – pare su pressione di alcuni gruppi religiosi – il reato di adulterio, sarebbe un autogol decisivo. Parallelamente dovra’ cercare di convincere quelle nazioni e quei gruppi politici secondo i quali in realta’ la Turchia non rispetta i parametri concernenti i diritti umani, i diritti delle minoranze e, soprattutto, ha un sistema politico dove il potere dei militari e’ ancora eccessivo. Infine – ed anche questo appare un compito quasi titanico – dovra’ dimostrare agli scettici che il suo ingresso nell’Ue porta vantaggi concreti e non destabilizzazione e che ad Ankara si dovrebbe semmai proporre un partenariato speciale. Erdogan, durante un incontro con i capigruppo del Parlamento europeo, ha respinto tale soluzione ed alla domanda se il suo paese e’ disposto ad aspettare anche quindici anni per completare il processo, ha risposto che i tempi dipendono dall’Ue. ”Ma noi siamo pronti all’adesione”, ha ripetuto piu’ volte, consapevole che aver convinto Verheugen non basta.


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