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UE, ONU e Banca Mondiale: una task force per far rinascere la Repubblica Centrafricana
I rappresentanti delle tre istituzioni e del governo di Bangui firmano un articolo in cui prendono l’impegno di non abbandonare il Paese in guerra civile: «le sfide che ci aspettano sono immense, ma la strada verso la pace è possibile»
di Faustin-Archange Touadéra, Federica Mogherini, Jan Eliasson e Makhtar Diop
Il 17 novembre si terrà a Bruxelles, l’International conference for the Central African Republic, organizzata insieme dall’Unione Europea e dal governo della Repubblica Centrafricana.
Afronline.org, in collaborazione con i suoi media partner africani, pubblica un articolo scritto da Faustin-Archange Touadéra (Presidente della Repubblica Centrafricana), Federica Mogherini (Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea), Jan Eliasson (vice segretario generale delle Nazioni Unite) e Makhtar Diop (Vice-presidente della Banca Mondiale).
Tre anni fa, la Repubblica Centrafricana era sull’orlo del collasso, ma adesso, il Paese ha cambiato il proprio corso. Gli abitanti della Repubblica Centrafricana hanno scelto di cambiare pagina, attraverso elezioni libere e democratiche. La comunità internazionale ha accompagnato ogni passo di questa transizione, così che la crisi potesse essere superata definitivamente. Oggi, c’è la speranza per il Paese di iniziare un viaggio verso la ripresa e il rinnovamento.
Il fattore principale dietro a questo successo nascente sono proprio i cittadini centrafricani, il loro desiderio di pace, prosperità e sicurezza, ma anche la comunità internazionale ha un ruolo fondamentale da giocare. Il budget stimato per la ricostruzione si aggira intorno all’1.5$ miliardi sui prossimi tre anni. Alla Conferenza di Bruxelles sulla Repubblica Centrafricana, il 17 novembre, ci impegneremo insieme a mantenere la Repubblica Centrafricana al centro dell’agenda internazionale, per sostenere un piano ambizioso per la pace e la crescita e portare avanti le riforme di cui il Paese ha bisogno, per gli anni a venire.
Le sfide che ci aspettano sono immense. Le tensioni recenti hanno dimostrato che la strada verso la riconciliazione e la ricostruzione sarà ancora disseminata di ostacoli.
La situazione relativa alla sicurezza sta migliorando ma rimane comunque fragile per via dei tentativi da parte di alcuni soggetti di disturbo di incitare la violenza. Sta diventando sempre più difficile per le agenzie umanitarie raggiungere i 2,3 milioni di persone che continuano ad essere in difficoltà – cioè la metà della popolazione del Paese. Più di 380mila uomini, donne e bambini nel Paese sono sfollati interni: gli attacchi contro i campi in cui si sono rifugiati e gli attacchi ai partner umanitari, hanno reso ancora più disperata una situazione già critica.
Per rompere il cerchio della fragilità, il Paese ha bisogno di investimenti a lungo termine. La pace, la coesione sociale e l’unità nazionale possono solo essere raggiunte attraverso lo sviluppo. Per questa ragione la Repubblica Centrafricana, insieme ai suoi partner internazionali, ha fornito uno sforzo collettivo senza precedenti per tracciare una via sostenibile per il Paese.
Un piano nazionale di cinque anni, per la ripresa e il peacebuilding – preparato dal governo insieme alle Nazioni Unite, all’Unione Europea e alla Banca Mondiale, in consultazione con la popolazione – sarà presentato alla conferenza di Bruxelles.
Questa roadmap può aiutare a concretizzare le speranze e le aspirazioni dei Centrafricani: dalla pace alla sicurezza, dalla ripresa economica al miglioramento delle infrastrutture del Paese, allo sviluppo di servizi essenziali, come la sanità, l’igiene e l’educazione. Il programma prevede una strategia per il disarmo, la smobilitazione, la reintegrazione e il rimpatrio; una necessaria riforma della sicurezza e della giustizia; e una strategia per il ritorno dei profughi.
La comunità internazionale può e deve sostenere il governo nell’implementazione del piano. Negli ultimi tre anni abbiamo già dimostrato che insieme siamo più forti. Nel 2014 una missione di pace delle Nazioni Unite ha seguito le forze regionali guidate dall’Unione Africana: da allora abbiamo protetto i civili, offrendo sicurezza e rafforzando le autorità nazionali. La Banca Mondiale sta aiutando a migliorare la gestione delle finanze pubbliche, offrendo impiego alle comunità vulnerabili e ristabilendo i servizi di base e le infrastrutture. L’Unione Europea ha messo in campo tutti i suoi strumenti di politica estera, con tre missioni militari, diventando il più importante portatore di aiuti internazionali.
E insieme siamo tutti pronti a fare anche di più in futuro. A Bruxelles, chiederemo ai nostri partner internazionali di fare la propria parte e anche di investire nel futuro della Repubblica Centrafricana.
Oggi abbiamo un’agenda di ampio respiro che guarda avanti e che appartiene al governo e ai cittadini della Repubblica Centrafricana. Il ritorno degli investimenti sarà di beneficio non solo al Paese, ma all’intera regione, che oggi è colpita dall’instabilità e sta ospitando circa mezzo milione di rifugiati.
La Repubblica Centrafricana può essere una terra di opportunità. Questo non riguarda solo le risorse naturali del Paese o la sua posizione strategica come centro delle connessioni della regione.
Le persone della Repubblica Centrafricana vogliono tornare alle loro vite e ricostruire il proprio Paese. I preti, gli imam e i leader comunitari stanno ricoprendo un ruolo vitale nel processo di riconciliazione nazionale. Sessanta per cento della popolazione del Paese è sotto i 25 anni di età: c’è energia e un desiderio di rigenerazione incredibile, ma c’è bisogno di lavoro e di opportunità economiche che permettano di affrontare il futuro al meglio.
Il 17 novembre a Bruxelles, possiamo aiutare le persone della Repubblica Centrafricana a liberare finalmente il loro enorme potenziale inespresso.
*Faustin-Archange Touadéra, Presidente della Repubblica Centrafricana
Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea
Jan Eliasson, Vice segretario generale delle Nazioni Unite
Makhtar Diop, Vice-presidente della Banca Mondiale
© Le Confident (Repubblica Centrafricana), Le Pays (Burkina Faso), Sud Quotidien (Senegal), Les Echos (Mali), Le Nouveau Républicain (Niger), Mutations (Cameroon), L’Autre Quotidien (Benin), Infos Grands Lacs, VITA/Vita International/Afronline (Italia).
Articolo pubblicato nell'ambito di un progetto editoriale sostenuto dalla Direzione Generale Mondializzazione e Questioni Globali (DGMO) del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI).
Traduzione a cura di Ottavia Spaggiari.
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