Politica

Ue: oggi voto sulla direttiva immigrazione

Ecco i punti in discussione

di Redazione

Si è svolto ieri a Strasburgo un infuocato dibattito nella plenaria dell’Europarlamento sulla cosiddetta ‘Direttiva rimpatri’, che fissa, tra l’altro, le condizioni e la durata massima (18 mesi) della detenzione degli immigrati illegali nei centri di permanenza amministrativi (Cpt). La direttiva sarà votata oggi dalla Plenaria. Il voto è previsto intorno alle 11.30, procederà punto e punto ed emendamento per emendamento. La battaglia, dunque, sarà lunga e tesa, e non è affatto escluso che ci siano delle sorprese, anche se, secondo la stima di diverse fonti qualificate dell’Europarlamento, ci sono circa il 60% delle probabilità che vincano i favorevoli.
Fra i punti più controversi della direttiva, c’è innanzitutto la durata massima, 18 mesi, per la detenzione ‘amministrativa’ degli immigrati illegali (art.14). Questa norma rappresenta un miglioramento per alcuni paesi membri oggi senza limiti, ma, come ha già fatto il governo italiano con il suo ‘pacchetto sicurezza’ potrà essere invocata da altri Stati membri per adeguare al livello ‘europeo’ i propri limiti di detenzione inferiori. Secondo punto di scontro è la possibilità di espellere i clandestini verso i paesi di transito, e non quelli accertati di provenienza. Terzo: il fatto che sia consentito detenere i minori ed espellerli, anche se non accompagnati, e anche se nel paese di rimpatrio non vi sono né la famiglia né i tutori legali (art.5). Quarto: l’assistenza giuridica per gli immigrati illegali: nell’ultima versione del testo (art.12) non è più garantito il patrocinio legale gratuito, ma si rimanda la questione alla legislazione nazionale vigente. Quinto e ultimo punto controverso è, infine, quello del divieto di ritorno per cinque anni, per gli immigrati illegali, nei paesi dell’Ue da cui sono stati espulsi (art.9). Da notare, inoltre, che questo sarebbe il primo atto legislativo adottato in co-decisione da Parlamento europeo e Consiglio Ue, e sottoposto al controllo giurisdizionale comunitario, nel settore dell’immigrazione illegale, che finora era di competenza intergovernativa sotto il cosiddetto ‘terzo pilastro’ dell’architettura istituzionale dell’Unione europea.

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