Cultura

UE: obiettivo lotta alla povert

La Commissione fissa l'obiettivo per il 2010 di una riduzione della metà del numero delle persone minacciate dalla povertà , nel 1997 erano il 18% della popolazione

di Redazione

La Commissione europea ha recentemente adottato il suo rapporto di sintesi in vista del Consiglio europeo di Barcellona. Intitolato ?La strategia di Lisbona: realizzare il cambiamento?, questo rapporto ha per obiettivo quello di fare il punto sui passi avanti compiuti per il raggiungimento dell?obiettivo fissato a Lisbona nel marzo 2000: ?fare dell?Europa l?economia della conoscenza più competitiva del mondo, accompagnata da una grande coesione sociale?.

La coesione economica e sociale
La Commissione propone di fissare come obiettivo per il 2010 una riduzione della metà del numero delle persone minacciate dalla povertà in tutta l?Unione europea, assumendo il livello del 1997 come riferimento, ultimo anno in cui i dati comparativi sono disponibili. Secondo Eurostat, nel 1997, il 18% della popolazione europea viveva con un reddito inferiore al 60% del reddito mediano. A prima vista, fissare degli obiettivi così difficili da raggiungere può apparire come un mezzo efficace per stimolare l?attuazione di una politica forte. Tuttavia, a guardare più da vicino, ciò potrebbe portare con sé una concentrazione dell?azione politica solo su questi obiettivi, relegando così altri obiettivi ? non meno pertinenti ? in secondo piano, per la semplice ragione che non sono stati posti in cima alle priorità. In questo caso particolare, i governi potrebbero essere tentati di introdurre misure tese a migliorare le condizioni di vita delle fasce di popolazione più vicine alla soglia del 60%, delle quali però non usufruirebbero quelle che ne sono più lontane. L?obiettivo proposto, se approvato dal Consiglio, dovrebbe essere accompagnato con un altro obiettivo che dovrebbe riguardare la popolazione al di sotto della soglia del 40% del reddito mediano, vale a dire la popolazione in situazione di grande povertà. Nel 1997, questo fenomeno riguardava il 7% della popolazione nell?Europa dei quindici. Bisognerebbe porsi come obiettivo per il 2010, una media del 2%, che corrisponde a quella dei tre migliori paesi nel 1997 (Danimarca, Finlandia e Irlanda).

La povertà e l?esclusione sono fenomeni multidimensionali che rappresentano una negazione dei diritti fondamentali. Ecco perché devono essere adottati altri obiettivi in settori quali l?alloggio, la salute e l?istruzione. Più che obiettivi numerici, occorre sviluppare indicatori che riflettano l?impatto della povertà e dell?esclusione sociale sulla vita delle persone. Il Consiglio europeo dovrebbe dare un?accelerazione al lavoro fin qui svolto in materia.

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Occupazione

EAPN ravvisa una preoccupazione nel fatto che l?accento continua ad essere posto sulle politiche del mercato del lavoro, piuttosto che sulla creazione d?impieghi.

Il capitolo ?occupazione? propone un obiettivo in materia di asili: rendere le strutture degli asili nido disponibili per almeno il 90% dei bambini, tra i tre anni all?età della scolarità obbligatoria, e per almeno il 33% dei bambini con meno di tre anni. EAPN riconosce che gli asili nido sono essenziali per consentire alle madri e ai padri di accedere al mercato del lavoro, ma sottolinea tuttavia che gli asili devono prendere in conto il benessere sia dei genitori che dei bambini. L?accesso a strutture di qualità e a prezzi abbordabili deve essere considerato un obiettivo per i bambini stessi. Inoltre EAPN segnala che non è stata affrontata la questione dell?accoglienza extra scolastica.

Il sistema educativo è presentato come un mezzo per rispondere ai bisogni del mercato del lavoro. Questo obiettivo è certamente valido, ma lascia da parte altri obiettivi chiave quali, ad esempio, la formazione di cittadini responsabili. Tuttavia, la priorità accordata all’investimento in risorse umane (conoscenza) è senza dubbio positiva.

Mercato interno e riforma economica

Il rapporto di sintesi della Commissione considera come positiva l?apertura dei mercati e la liberalizzazione (liberalizzazione dei mercati del gas e dell?elettricità; maggiore concorrenza nel settore dei trasporti e delle reti di comunicazione), senza porre alcuna questione sul loro possibile impatto sulla coesione sociale e sull?esclusione.

Assenza di una strategia integrata

In assenza di un approccio integrato, il rapporto si accontenta di enumerare gli avanzamenti nel campo delle riforme strutturali, dello sviluppo duraturo, della coesione economica e sociale, delle pensioni e dello spirito imprenditoriale.

Assodato che l?integrazione degli obiettivi economici, sociali e ambientali della strategia di Lisbona non è stata finora realizzata, EAPN domanda al Consiglio europeo di dare mandato alla Commissione di sviluppare meccanismi atti a valutare tutti gli elementi della strategia di Lisbona nel loro impatto sociale ed ambientale. Inoltre, i ministri del lavoro e degli affari sociali, così come i ministri dell?ambiente, dovrebbero partecipare al Consiglio europeo di primavera su un piano di parità con i ministri dell?economia e delle finanze.

Il testo completo di risposta di EAPN al rapporto di sintesi della Commissione è disponibile sul sito web di EAPN, al seguente indirizzo: www.eapn.org<>

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