Famiglia

Ue: nuove regole per il diritto di soggiorno

Il diritto riconosciuto a un cittadino sarà automaticamente esteso anche ai suoi famigliari

di Francesco Agresti

Il Parlamento europeo ha adottato una relazione dell?europarlamentare Giacomo Santini (PPE/DE) sul diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro famigliari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri. Secondo la direttiva, tutti i cittadini dell’Unione avranno il diritto di risiedere in un altro Stato membro: se esercitano un’attività dipendente o come lavoratore autonomo nello Stato membro ospitante; o se dispongono di risorse sufficienti affinché essi stessi ed i loro famigliari non diventino un peso per il sistema di previdenza sociale dello Stato membro ospitante, o se seguono un ciclo di studi in quel Paese. In tutti questi casi, il diritto di soggiorno sarà valido anche per gli altri membri della famiglia. Nonostante nella sua forma attuale, questa direttiva non soddisfi pienamente i deputati, essi ritengono di avere ottenuto il migliore risultato possibile, in quanto il Consiglio ha accettato molti emendamenti depositati in prima lettura dal Parlamento. Rispetto alla proposta iniziale, l’Aula ha ottenuto una serie di modifiche. La definizione di “membro della famiglia” è estesa al partner registrato, qualora per lo Stato membro ospitante le coppie registrate equivalgono al matrimonio. Gli Stati membri devono facilitare l’ingresso ed il soggiorno di altri membri della famiglia oltre ai discendenti e ascendenti in linea diretta, qualora il loro stato di salute li ponga a carico del cittadino comunitario interessato. Il diritto di soggiorno non sarà condizionato da assenze temporanee di una durata inferiore a sei mesi l’anno. Il divorzio non lederà il diritto di soggiorno dei membri della famiglia che hanno la nazionalità di uno Stato membro. La direttiva entrerà in vigore a partire dal 1° luglio 2005.


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