Politica

Ue: niente trattato se non si risolve la questione dei seggi

Il no dell'Italia alla riduzione dei suoi seggi parlamentari crea problemi per la ratificazione del Trattato

di Redazione

Senza un via libera al summit di Lisbona al nuovo conteggio dei seggi al Parlamento Europeo il nuovo trattato non potra’ entrare in vigore. E’ drastica la posizione espressa dall’eurodeputato liberale britannico Andrew Duff, uno dei tre rappresentanti di Strasburgo alla Conferenza intergovernativa (Cig). Duff ha partecipato con gli altri due rappresentanti, il socialista spagnolo Enrique Baron Crespo e il popolare tedesco Elmar Brok alla sessione Cig che questa mattina a Lussemburgo ha preceduto i lavori del Consiglio affari generali e relazioni esterne. Il riferimento e’ al njet italiano al documento adottato la scorsa settimana dal Parlamento Europeo, che assegna all’Italia 72 seggi contro i 73 della Gran Bretagna e ai 74 della Francia, basandosi sul criterio della popolazione residente e non dei cittadini effettivi. “Non possiamo fare entrare in vigore il trattato – ha detto Duff – se non abbiamo una soluzione sugli eurodeputati”. Il britannico si e’ detto contrario all’ipotesi di compromesso proposta dall’Italia, e cioe’ assegnare all’Italia un seggio assegnato alla Francia, il che equiparerebbe i tre paesi a 73 seggi. “Una semplice redistribuzione dei seggi tra Gran Bretagna, Francia e Italia – ha detto – non e’ una soluzione, perche’ se si aumentano i seggi dell’Italia chiederebbero la stessa cosa anche Spagna e Polonia”. Piu’ ‘ecumenico’ il tedesco Brok (il cui paese non e’ toccato dalla polemica). Per lui la soluzione scelta dal Parlamento e’ “un duro colpo per l’Italia”.


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