Sostenibilità
Ue: L’Italia rispetti norme su protezione acque
Prosegue l'iter della procedura d'infrazione avviato nel 2009. Due mesi di tempo per rispondere
di Redazione
L’Italia non si è conformata alla legislazione Ue sulla protezione delle acque in quanto il recepimento della direttiva quadro nel diritto nazionale è per diversi aspetti lacunoso. Per questo, la Commissione europea, su raccomandazione del commissario per l’Ambiente, Janez Potocnik, ha deciso di inviare un parere motivato, secondo passo della procedura d’infrazione avviata nel maggio del 2009. Se l’Italia non risponderà entro due mesi o se la risposta verrà considerata insoddisfacente, l’esecutivo potrà adire la Corte di giustizia dell’Ue.
La direttiva quadro sulle acque costituisce la base per la gestione e la protezione delle acque europee ed impone agli Stati membri di creare e mantenere “piani di gestione dei bacini idrografici” indicanti le modalità precise per conseguire entro un lasso di tempo concordato gli obiettivi ecologici, quantitativi e chimici fissati per i bacini idrografici.
L’Italia non ha recepito correttamente una serie di articoli della direttiva quadro sulle acque, tra cui quelli relativi alla necessità di adottare una serie di misure per conseguire un “buono stato” dei bacini idrografici entro i termini previsti e conformarsi all’obbligo di mantenere un registro aggiornato delle aree protette.
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