Leggi e ambiente

Ue, l’erbicida rimandato a novembre

L'astensione di Francia e Germania è stata oggi determinante per bloccare il rinnovo dell'autorizzazione del glifosato in Europa per i prossimi 10 anni. A differenza che nel 2017, invece, l'Italia si è espressa a favore. A novembre si voterà di nuovo per stabilire il destino di questa sostanza chimica usata in agricoltura e «probabilmente cancerogena» per l'Oms

di Elisa Cozzarini

È rinviata a novembre la decisione sull’utilizzo del glifosato nell’Unione europea. Questa mattina a Bruxelles, infatti, gli Stati membri non hanno raggiunto un accordo sulla proroga di altri dieci anni dell’autorizzazione all’uso del controverso erbicida in agricoltura. Il voto si è svolto durante la plenaria del Comitato permanente della Commissione Ue per le Piante, gli Animali, gli Alimenti e i Mangimi, senza ottenere la maggioranza qualificata (15 Paesi membri rappresentanti almeno il 65% della popolazione dell’UE) necessaria per una decisione a favore o contro il rinnovo.

Sono state determinanti le astensioni in particolare della Francia e della Germania. «Sin dall’inizio abbiamo affermato che il testo proposto dalla Commissione: un rinnovo di dieci anni praticamente senza condizioni, non corrispondeva al percorso che abbiamo scelto di intraprendere da molti anni, verso la limitazione dell’uso del glifosato ogni volta che c’è un’alternativa possibile», ha spiegato il ministro francese dell’Agricoltura Marc Fesneau.

L’Italia cambia idea

Invece l’Italia ha votato a favore, mentre nel 2017 si era espressa contro.

«Un voto paradossale», commenta Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. «Nel nostro Paese si protesta contro le importazioni di frumento dal Canada perché contiene residui di glifosato, ma al tempo stesso il governo vota sì al rinnovo per irrorare i nostri campi con questo pericoloso pesticida. Vietare l’impiego del glifosato agevolerebbe la transizione europea verso alternative più sostenibili rispetto agli erbicidi di sintesi, ad esempio integrando le pratiche agricole fisiche, meccaniche, biologiche ed ecologiche con la vasta conoscenza ormai a disposizione sulle piante coltivate e sulle infestanti».

Autorizzazione in scadenza

L’autorizzazione all’uso del glifosato nell’Unione europea scade il 15 dicembre. Questa sostanza, l’erbicida più utilizzato a livello mondiale ed europeo, una delle principali cause di contaminazione delle acque, è stata dichiarata come «probabilmente cancerogena» dall’Organizzazione mondiale della Sanità già nel 2015. Nel 2021 l’Istituto nazionale della sanità e della ricerca medica – Iserm francese è arrivato a simili conclusioni. A luglio di quest’anno, però, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare – Efsa ha stabilito che il livello di rischio non è tale da giustificare la messa al bando.

Tredici associazioni contro

In Italia, 13 associazioni ambientaliste, dell’agricoltura biologica e dei consumatori – Associazione Italiana di Agroecologia, Ciwf Italia Onlus, FederBio, Greenpeace, Isde Medici per l’Ambiente, Legambiente, Lipu-BirdLife, Pro Natura, Rete Semi Rurali, Slow Food, Associazione Terra, Wwcof e Wwf – hanno preso posizione per l’esclusione del glifosato dall’agricoltura: «Molti studi dimostrano che si tratta di una sostanza ad elevata tossicità ambientale, capace di alterare la funzionalità degli ecosistemi e degli habitat naturali e ridurre drasticamente la biodiversità. Chi sostiene l’esigenza del rinnovo del glifosato difende il diserbo chimico in agricoltura come pratica indispensabile per garantire il reddito degli agricoltori, una tesi smentita dall’aumento delle superfici agricole gestite con metodi biologici, che escludono completamente l’uso di sostanze chimiche di sintesi». Vietare l’uso del glifosato, tutelando la salute delle persone e dell’ambiente, per le associazioni, non è in contrasto con la garanzia di sostenibilità dei redditi degli agricoltori.

Nella foto di Markus Schreiber, per Ap Photo/LaPresse, barattoli di miele contaminato da glisofato esibiti in una manifestazione di protesta a Berlino nel 2020.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.