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Ue: le novità del nuovo trattato

Nuovi diritti per i cittadini, istituzioni modificate, processo decisionale piu' facile, nuovo sistema di voti, nuove politiche e clausola d'uscita. Le novità del nuovo trattato europeo.

di Redazione

Sono eliminati i termini che possono assimilare l’Ue a uno Stato federale, come ”Costituzione” o i simboli (bandiera, inno, motto), anche se questi ultimi continuano a esistere. Il nuovo trattato europeo approvato dai leader dell’Ue nella notte tra giovedi’ e venerdi’ a Lisbona contiene diverse novità, fra cui nuovi diritti per i cittadini, istituzioni modificate, processo decisionale piu’ facile, nuovo sistema di voti, nuove politiche e clausola d’uscita. Ma soprattutto quella di essere un Trattato e non una Costituzione.

Innanzitutto si tratta di una trattato, non di una costituzione. Mentre la Costituzione sostituiva tutti i trattati con un testo unico, il nuovo trattato emenda i due trattati ”fondatori” (il trattato di Roma del 1957 sulla Comunita’ europea, il trattato sull’Ue di Maastricht del 1992), come i trattati di Amsterdam (1996) o di Nizza (2000).

Il trattato introduce nuovi obiettivi come una politica comune dell’energia e la lotta contro il riscaldamento. Riconosce l’importanza dei servizi pubblici e introduce una ”clausola sociale” da tenere in considerazione in ciascuna politica dell’Unione. La ”concorrenza non falsata”, frase che aveva scatenato polemiche in Francia durante il referendum, non e’ piu’ un obiettivo, ma uno strumento necessario al buon funzionamento del mercato interno. Infine, il trattato introduce la possibilita’ per un Paese di lasciare l’Unione in condizioni da negoziare con i suoi partner.

Il trattato rende vincolante la Carta dei diritti fondamentali, 54 articoli sui diritti del cittadino (liberta’, uguaglianza, diritti economici e sociali). Sebbene questa Carta riguardi solo il diritto europeo, e non il diritto nazionale, Londra e Varsavia hanno ottenuto una deroga alla sua applicazione. Un milione di cittadini europei possono ”invitare” la Commissione europea a ”presentare” una proposta legislatva in un determinato campo. Invece di una presidenza a rotazione semestrale, un presidente del Consiglio europeo (che riunisce i leader europei) sara’ eletto dai suoi pari per due anni e mezzo. La rotazione restera’ tuttavia per la presidenza del consiglio dei ministri. Questo presidente preparera’ i vertici e rappresentera’ l’Ue sulla scena mondiale, senza pero’ togliere potere all’Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza. Quest’ultimo diviene vicepresidente della Commissione e coordina tutta l’azione esterna dell’Ue.

Il Parlamento europeo estendera’ il suo potere di co-decisione legislativa con gli Stati membri sulle questioni delicate di giustizia, sicurezza e immigrazione regolare. I Parlamenti nazionali potranno chiedere alla Commissione di rivedere una proposta se ritengono che leda le loro competenze. Il campo delle decisioni prese a maggioranza qualificata e’ esteso a una quarantina di nuovi settori, principalmente la cooperazione giudiziaria e poliziesca. Britannici e irlandesi hanno ottenuto di poter applicare le decisioni in questi campi solo quando vogliono, ma non potranno frenare gli altri Paesi.

L’unanimita’ resta tuttavia la regola per la politica estera, la fiscalita’, la politica sociale e la revisione dei trattati. Una decisione a maggioranza qualificata sara’ presa se ottiene il sostegno del 55% degli Stati rappresentanti il 65% della popolazione dell’Ue. Tuttavia, l’applicazione di questo sistema e’ stata rinviata al 2014, addirittura al 2017 per quanto riguarda la Polonia. (fonte: Asca)


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