Diritti

Ue, la salute dev’essere prioritaria nella nuova legislatura

Le misure nazionali ed europee sulla salute devono essere coordinate per costruire un settore sanitario più sostenibile, che garantisca assistenza sanitaria di qualità per tutti. Investimenti, prevenzione, innovazioni tecnologiche ed educazione sanitaria giocheranno un ruolo chiave, secondo la conferenza su “Lo stato della salute in Ue”, che si è tenuta a Liegi nell’ambito della presidenza belga del Consiglio dell’Ue

di Cristina Barbetta

 Le misure nazionali ed europee sulla salute devono essere coordinate e allineate per costruire un settore sanitario più sostenibile e resiliente e che garantisca un accesso equo ad assistenza sanitaria di qualità per tutti. Si prevede che investimenti, prevenzione, innovazioni tecnologiche ed educazione sanitaria giocheranno un ruolo chiave, secondo la conferenza su Lo stato della salute in Ue organizzata a Liegi dal Gruppo delle organizzazioni della società civile del Comitato economico e sociale europeo-Cese, assieme all’ospedale universitario CHU Liegi e all’ospedale della Cittadella (Hôpital de la Citadelle), nell’ambito della presidenza belga del Consiglio dell’Ue.

Séamus Boland. © CHU de Liège/Hôpital de la Citadelle

«Nella prossima legislatura, 2024-2029, la salute deve rimanere una priorità strategica per la nuova Commissione europea, per il nuovo Parlamento europeo e per il Consiglio», ha affermato Séamus Boland, presidente del gruppo delle organizzazioni della società civile del Cese. «Le istituzioni europee dovrebbero adottare un approccio “One health” (che è un approccio integrato per ottimizzare la salute di persone, animali e ambiente, ndr) che promuova l’interconnessione tra politiche sanitarie e cambiamento demografico, le transizioni digitali e ambientali, la sicurezza economica e la politica industriale.

La conferenza ha trattato il tema delle innovazioni digitali, fondamentali per un’Unione europea della salute, e del loro impatto sulla salute.


Foto: A destra Nicolas Neysen. ©EESC/EU

«L’intelligenza artificiale» – ha affermato Nicolas Neysen, docente di strategia digitale presso la facoltà di medicina, dipartimento di salute pubblica dell’università di Liegi, «resta uno strumento messo a nostra disposizione e non viceversa. Siamo noi che dobbiamo decidere in quali casi è importante usare questi strumenti, senza dimenticare ciò che è il nostro valore aggiunto, la nostra specificità. Che è la nostra umanità, quindi la capacità di sentire, di provare dei sentimenti e di condividerli. Cose che l’IA, a mio avviso, non arriverà mai a fare, indipendentemente da quello che sostengono alcuni».

Martin Dorazil, vicedirettore dell’unità per la salute digitale della DG salute e sicurezza della Commissione europea, ha presentato un’iniziativa della Commissione sullo spazio europeo dei dati sanitari (European Health Data Space) che è stata adottata di recente. «E’ inevitabile che con il rapido sviluppo delle nuove tecnologie anche il settore della salute sia stato impattato, quindi dobbiamo reagire. La pandemia di Covid-19 ha portato sotto i riflettori la necessità di una struttura pratica rapida», ha detto.

La  proposta della Commissione europea sullo spazio europeo dei dati sanitari (European Health Data Space, EHDS) è un’iniziativa basata su un regolamento presentato nel 2022.
Il regolamento ha tre obiettivi principali, come indicato da Martin Dorazil:

  • Il primo obiettivo è focalizzato sugli individui, sui cittadini. Il regolamento fornirà migliore accesso e controllo sui dati personali di salute, che sono usati per fornire servizi sanitari ai pazienti
  • Il secondo è assicurare un quadro di riferimento coerente per l’uso, o meglio il riuso di dati sanitari per proposte di ricerca, di policy-making e di attività di regolamentazione 
  • Il terzo è creare un vero mercato unico per servizi di salute digitali e prodotti nell’Unione europea
Il panel su Innovazioni digitali e loro impatto sulla salute.Da sinistra a destra: Martin Dorazil, Danko Relić, Gaëtan Letesson, Edouard Louis e Nicolas Neysen.©EESC/EU

«Siamo entrati in un cambio di paradigma. Ci stiamo muovendo da una medicina curativa a una più preventiva» ha affermato Gaëtan Letesson, capo del dipartimento di medicina nucleare all’ospedale della Cittadella, Liegi. Con “preventiva” si intende: realizzare dei programmi di prevenzione su misura, basati sul mantenimento della salute. 

Gli speaker della conferenza si sono dimostrati concordi sul fatto che le politiche sanitarie future dovranno essere caratterizzate dalle 4P: la medicina dovrà essere preventiva, predittiva, partecipativa, personalizzata, mettendo il paziente e i professionisti al centro del sistema. 

«Dobbiamo identificare i rischi per la salute, per avere un’attitudine più proattiva», ha detto Gaëtan Letesson . «Dobbiamo trovare soluzioni per assicurare che i pazienti non si ammalino, che siano in buona salute. La medicina deve essere predittiva e preventiva. Per portare questo cambio di paradigma, affinché la medicina sia preventiva, i pazienti devono diventare attori molto importanti», ha affermato.  «I dottori sono molto importanti, ma anche i pazienti e altri stakeholder giocano un ruolo fondamentale. La medicina deve essere partecipativa. Per raggiungere questo scopo di salute sostenibile i pazienti devono essere proattivi e gestire la loro salute».

I partecipanti alla conferenza hanno anche convenuto che sia la transizione digitale nel settore della salute, sia l’intelligenza artificiale renderanno necessaria una collaborazione tra i Paesi, e che i vari Paesi siano d’accordo su standard comuni.

«Affinché l’innovazione digitale sia un vero asset per la salute, è essenziale che sviluppiamo strategie di educazione alla salute all’interno delle nostre società», ha affermato il professor Edouard Louis, capo del dipartimento di gastroenterologia all’ospedale universitario di Liegi  (Liège University Hospital) e rettore della facoltà di medicina all’università di Liegi.

«Il nostro modello di sanità, che è molto focalizzato sulla prevenzione secondaria e terziaria ha dei costi esorbitanti», ha detto. «I costi dei farmaci, per esempio, sono molto alti, e anche i costi amministrativi. Le malattie croniche stanno aumentando: ciò significa che questa strategia basata sulla prevenzione secondaria e terziaria non è sostenibile. La buona notizia è che nel frattempo abbiamo anche realizzato che la maggior parte delle malattie, quelle che chiamiamo malattie comuni e complesse come il cancro, malattie infiammatorie, malattie cardiovascolari …, possono essere previste e possono in larga parte essere evitate o minimizzate.», ha spiegato Edouard Louis.

«I rischi possono essere minimizzati», ha detto Edouard Louis, «perché è una questione  di genetica, e di interazione tra la genetica di una persona e il suo ambiente. Abbiamo fatto un grande progresso per quanto riguarda la definizione di questi rischi genetici, e siamo sempre più in grado di monitorare gli ambienti in cui viviamo e che condizionano questi rischi. Ora, tutto ciò significa che oggi abbiamo sistemi sanitari che sono essenzialmente basati su diagnosi che spesso arrivano troppo tardi», ha affermato Edouard Louis. Che ha così concluso: «Dobbiamo spostarci  verso un sistema diverso, un sistema in cui il focus sia davvero messo sulla prevenzione»… «È ovvio che tutti questi strumenti tecnologici e digitali che abbiamo menzionato ci aiuteranno a capire meglio e a documentare meglio l’impatto dell’ambiente e della genetica su queste malattie. Ci aiuteranno anche a identificare individui a rischio, in modo tale che possiamo sviluppare strategie di prevenzione appropriate», ha spiegato Edouard Louis. «Questi strumenti tecnologici e digitali ci aiuteranno a ridurre la prevalenza di queste malattie e ad avere diagnosi precoci. E ci aiuteranno anche ad avere una migliore comprensione di queste malattie, e questo ci aiuterà ad avere farmaci e percorsi terapeutici più personalizzati e mirati».


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