Formazione
UE: Italia maglia nera per gli aiuti pubblici allo sviluppo
Negli ultimi due anni i fondi che l'Italia ha devoluto in aiuti reali pubblici allo sviluppo (APS) sono diminuiti del 41%, come si legge nel rapporto oggi lanciato da CONCORD, organismo europeo che r
di Paul Ricard
Negli ultimi due anni i fondi che l’Italia ha devoluto in aiuti reali pubblici allo sviluppo (APS) sono diminuiti del 41%, come si legge nel rapporto oggi lanciato da CONCORD, organismo europeo che riunisce oltre 1.600 ONG. Questo risultato colloca il nostro Paese in ultima posizione tra i 15 membri UE che nel 2002 avevano stabilito di dedicare all’APS lo 0,33% del PIL. Il CINI (Coordinamento Italiano Network Internazionali, composto da ActionAid International, AMREF, Save the Children, Terre des Hommes, VIS e WWF) ribadisce che è necessario un radicale e immediato cambiamento da parte del Governo Italiano se si intende onorare gli impegni e raggiungere l’obiettivo dello 0,7% entro il 2015 nel rapporto APS/PIL sottoscritto dal nostro Paese per il raggiungimento dei Millennium Goals delle Nazioni Unite.
“Nel 2006 l’Italia ha allocato 2,9 miliardi di euro in APS, ma il 44% di questa somma (1,3 miliardi ca.) è da imputarsi alla cancellazione del debito ad alcuni Paesi, soprattutto Iraq e Nigeria”, spiega Raffaele K. Salinari, portavoce del CINI. Scomputando gli aiuti “non genuini”1 <mhtml:mid://00000151/#sdfootnote1sym> risulta che il governo italiano ha dato solo lo 0,11% del PIL in APS, guadagnandosi la maglia nera tra i donatori europei”.
Meno negativa, ma ugualmente deludente, la performance complessiva dell’Europa. Se non si contano gli aiuti “non genuini” ha devoluto lo 0,31%, percentuale ben inferiore allo 0,43% che raggiunge se si conteggia con l’APS anche la cancellazione del debito. Al di là delle fredde cifre, ciò vuol dire che quasi un terzo dei fondi per lo sviluppo assegnati nel 2006 non hanno portato alcuna nuova risorsa ai Paesi più poveri.
“La cancellazione del debito dei Paesi più poveri è un passo importante e necessario, ma non deve in alcun momento essere controbilanciato da una diminuzione delle risorse destinate alla cooperazione internazionale allo sviluppo”, prosegue Salinari. “Essa costituisce un concreto strumento per la lotta contro la povertà estrema e la fame, obiettivo numero uno dei Millennium Goals dell’ONU sottoscritti nel 2002 da tutti e 15 gli allora membri dell’Unione Europea”.
Il rapporto “Hold the Applause! – EU Governments Risk Breaking Aid Promises” di CONCORD è scaricabile dal sito www.concordeurope.org
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