Volontariato

Ue: immigrati, quasi 1 milione l’anno dal 1990

Tutti i dati sul fenomeno migratorio verso il Vecchio Continente

di Gabriella Meroni

Nell?ultimo decennio, l?immigrazione nell?Unione europea ha raggiunto dimensioni ragguardevoli: dopo aver toccato un picco di oltre 1 milione di persone all?anno nei primi anni ?90, l?immigrazione netta è calata nel corso del decennio, ma recentemente ha ripreso a crescere, e nel 1999 ha superato quota 700.000 unità. Il tasso di immigrazione legale netta per l?intera Unione europea nel periodo 1990-1998 è stato pari a 2,2 arrivi ogni 1000 abitanti, contro il 3 degli Stati Uniti e circa lo zero del Giappone. Per quanto riguarda l?immigrazione clandestina, si stima che in Europa sia del 6% più elevata (circa 500.000 ingressi all?anno) rispetto agli Stati Uniti, laddove la popolazione complessiva dell?Unione supera quella statunitense del 34%. Gli stranieri in cerca di asilo nella Ue tra il 1989 e il 1998 hanno superato in media i 350.000 l?anno: a oltre il 20% di questi è stato consentito l?ingresso. In conseguenza dei considerevoli flussi netti positivi, la quota di popolazione nata fuori dai confini dei paesi dell?Unione è andata sensibilmente crescendo, specialmente in Germania, dove lo stock degli stranieri è aumentato di circa 3 milioni tra il 1985 e il 1999, raggiungendo i 7,3 milioni di individui. La quota di popolazione di nazionalità straniera nei paesi dell?Unione raggiunge l?8,9% in Germania, il 9,1% in Austria, l?8,7% in Belgio, il 6,3% in Francia, il 2,1% in Italia e il 3,8% nel Regno Unito. Il processo di naturalizzazione fa sì che in alcuni paesi queste cifre sottostimino in buona misura il fenomeno. Mentre la migrazione verso i paesi europei negli anni ?50 e ?60 sembra essere stata in larga misura determinata dalla domanda di lavoro, i flussi degli anni ?90 hanno avuto luogo nonostante i tassi di disoccupazione dei paesi europei, e ciò ha originato preoccupazioni circa le pressioni che l?immigrazione può esercitare sui sistemi di protezione sociale. Questa preoccupazione è amplificata dal costo dei generosi benefici assistenziali caratteristici di alcuni paesi europei. Mentre negli anni ?50 e ?60 l?immigrazione ? specie se temporanea ? era incoraggiata, in seguito alla crescita della disoccupazione europea dopo lo shock petrolifero dei primi anni ?70, l?indirizzo politico oggi si è orientato in favore della ?migrazione economica zero?. L?elevato numero di rifugiati e la pressione dei flussi illegali, insieme con le conseguenze migratorie dell?allargamento ad Est dell?Unione europea, hanno riacceso vecchie preoccupazioni e il dibattito su quali politiche sia opportuno adottare. La popolazione complessiva dei dieci paesi candidati all?ingresso nella Ue ammonta a 104 milioni, mentre il Pil medio in questi paesi è pari ad appena il 40% del Pil medio degli attuali Stati membri (in parità di potere d?acquisto). Pertanto, con la libera circolazione dei lavoratori nei confini dell?Unione allargata, sembra altamente probabile attendersi flussi migratori maggiori di quando Grecia, Spagna e Portogallo (con una popolazione complessiva di appena 59 milioni di persone e un Pil pro capite pari a circa due terzi di quello dell?Unione entrarono nella Ue. Finora, i flussi migratori dai Paesi dell?Est europeo hanno principalmente interessato la Germania e l?Austria .L?analisi dell?immigrazione in Europa va considerata entro l?attuale contesto del calo del tasso di crescita della popolazione e del progressivo invecchiamento della popolazione. Tra il 1975 e il 2000, la popolazione dell?Ue-15 è passata da 349 milioni a 375 milioni; tuttavia, si prevede un calo della popolazione in età attiva (20-64) dai 225 milioni del 1995 a 223 milioni nel 2025. La quota degli over 65 sul totale della popolazione era pari al 15,4% nel 1995, e se ne prevede una crescita fino al 22% nel 2025. I paesi dell?Est candidati all?ingresso nell?Ue presentano tassi di crescita della popolazione perfino inferiori. Pertanto, l?immigrazione è diventata la fonte principale di crescita della popolazione nella Ue, ed è in corso un dibattito intenso sul ruolo che l?immigrazione potrebbe giocare nel risolvere i problemi derivanti dall?invecchiamento della popolazione.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA