Non profit

Ue, il manifesto per l’innovazione sociale

Una rete di soggetti pubblici e privati ha firmato oggi, ospite della Fondazione Cariplo, un documento di proposte concrete per l’innovazione dei sistemi di welfare europei e il rafforzamento della dimensione sociale dell’Unione europea

di Redazione

Si è svolta oggi a Milano la conferenza “Promuovere l'innovazione per il progresso sociale: proposte per le politiche europee” organizzata da Fondazione Cariplo in collaborazione con Gruppo III “Attività diverse” del CESE, e Forum ANIA Consumatori riunendo i principali attori pubblici e privati, dalle assicurazioni, alle fondazioni, alle istituzioni finanziarie e organizzazioni del terzo settore, nonché le autorità pubbliche europee.

Tra i relatori Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. L’evento ha prodotto un importante documento – la Dichiarazione di Milano – contenente proposte concrete per l’innovazione dei sistemi di welfare europei e il rafforzamento della dimensione sociale dell’Unione europea.

«I sistemi di welfare Europei devono essere piu coraggiosi ed attuare un cambiamento radicale». Questa la conclusione condivisa da esperti e politici. Tre le principali funzioni dei sistemi di welfare: offrire protezione sociale, investimenti sociali e stabilizzare l’economia. Le carenze evidenziate e generate dalla crisi devono tuttavia essere compensate. «Dati nudi e crudi, quale il numero crescente di pensionati, la spesa sanitaria in aumento, gli elevati tassi di disoccupazione,  i tassi crescenti di poverta infantile e giovanile, ci costringono ad agire adesso», ha sottolineato Luca Jahier, Presidente del gruppo Attivita Diverse che ha poi aggiunto, «Lo Stato da solo non puo risolvere questi problemi; dobbiamo coinvolgere un piu ampio numero di attori».

Innovazione Sociale
La conferenza si è focalizzata sulla Innovazione Sociale,strumento principe per l’esplorazione di nuove e piu innovative forme di organizzazione, finanziamento e offerta di prestazioni e servizi in diversi contesti settoriali, regionali e nazionali. L’innovazione sociale rappresenta altresi la pietra angolare del “secondo welfare”, termine Italiano utilizzato per descrivere una varieta di attori sociali ed economici capace di fornire servizi di welofare complementari e risorse non pubbliche aggiuntive, attraverso l’investimento sociale e l’innovazione sociale. Concetto sviluppato in Italia – e con simili formulazioni in altri paesi europei – nell’ultimo decennio. La

Dichiarazione di Milano
L’incontro si è concluso con la presentazione della Dichiarazione di Milano sulle “Politiche Europee per l’Innovazione Sociale”, redatta con il supporto di un Advisory Group  di alto livello, nell’intento di aiutare il rafforzamento della dimensione sociale dell’Unione Europea. Tra le principali raccomandazioni:
Sostenere un approccio basato sugli investimenti sociali, integrando l’innovazione sociale nella politica sociale, riconoscendo gli investimenti sociali come un fattore moltiplicatore della crescita ed implementando il Pacchetto di Investimenti Sociali; Stimolare lo sviluppo di politiche pubbliche, conducendo ricerche sull’innovazione sociale e sull’innovazione nel campo della politica sociale, anche attraverso la costituzione di un Gruuppo di Lavoro di alto livello su questi temi; Pomuovere la costituzione di nuovi partenariati sostenendo gli attori rilevanti della societa civile e sviluppando un ecosistema appropriato che consenta di dare libero corso a tutto il potenziale delle imprese dell’economia sociale e di rafforzare il ruolo delle comunita locali; Misurare l’impatto sociale monitorando il risultato delle politiche sociali, includendo nelle relazioni sui progressi compiuti dagli Stati Membri indicatori sociali e facilitando lo scambio di buone pratiche; Integrare in modo esplicito l’innovazione sociale e la politica degli investimenti sociali nella revisione della strategia Europa 2020, sostenute da un’apposita iniziativa faro.   

La versione finale di questo documento sarà consegnata alla Presidenza Italiana ed inoltrata alle istituzioni Europee. «Oggi, in tutta Europa questo cambio sistemico è gia in corso, con velocita e modalita diverse, ma ormai decisamente avviato. Spetta a noi sostenere e rafforzare il protagonismo dei cittadini e delle comunita locali per un’Europa piu inclusiva, un’Europa piu premurosa», ha conlcuso Jahier.

In mattinata, Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo aveva aperto i lavori ricordando tra le altre cose che «a proposito del nuovo welfare. Per ora abbiamo avuto un'intuizione, ma non ci siamo fermati lì. Fondazione Cariplo ha lanciato un bando nella primavera scorsa, il bando Welfare in azione, con 10 milioni di euro di disponibilità. Abbiamo ricevuto 85 idee. Ne abbiamo selezionate 20, che verranno ulteriormente scremate e che diventeranno i nostri laboratori sul territorio. Sono sicuro che senza alchimie, troveremo le idee giuste e concrete a cui dare corpo e che tracceranno la via verso un nuovo welfare a cui tutti sono chiamati a partecipare. E’ l’unico percorso percorribile oggi, difficile, ma anche il più appassionante. E’ come rimettere in circolo una linfa che si è asciugata, con l’assistenzialismo statale che da solo oggi non regge più… Sarebbe una grande soddisfazione poter aprire una strada verso l'innovazione sociale, come abbiamo fatto in passato con l'housing sociale che è diventato il modello italiano del piano casa. Pensate se riuscissimo a far germogliare, dal basso, in Lombardia, in Italia, un modello di welfare incentrato sulle comunità e a far sì che questo venga preso ad esempio in Europa… Sono convinto che in Europa sia necessaria una visione comune dei problemi di natura sociale, che necessariamente si intrecciano con una visione e con politiche economiche e fiscali comunitarie. Quello di oggi può essere un ottimo punto di partenza. Noi siamo disponibili a portare in dote la nostra esperienza e la nostra competenza, non siamo un bancomat, vogliamo dimostrare che le fondazioni sono davvero un laboratorio di innovazione e di pensiero. Vorremmo venisse compreso il nostro ruolo di motore sociale e non vederci costretti a ridurre le erogazioni a causa delle tasse sempre più gravose».
 


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