Mondo

Ue e Onu concordano: ong e soldati separati

Intervista ad Anthony Val Flynn.

di Carlotta Jesi

“Il ricorso alle agenzie private militari europee o americane da parte delle ong impegnate in Iraq non è stato finanziato con i fondi di Echo”. Anthony Val Flynn, che dell?Ufficio umanitario dell?Unione europea è il Coordinatore per la sicurezza, non ha dubbi: dei 100 milioni di euro che Bruxelles ha stanziato per l?Iraq nel 2003 – a fronte di 600 milioni di euro spesi per progetti umanitari – neanche un centesimo è andato direttamente ad enti come la Dts Security, la società di guardie del corpo creata da Paolo Simeone e Valeria Castellani per cui lavoravano Fabrizio Quattrocchi e gli altri tre ostaggi italiani. Anzi, in materia di sicurezza le relazioni tra le organizzazioni e le compagnie private occidentali sono uno dei temi su cui Val Flynn ha commissionato un?inchiesta esterna a Echo poche settimane fa. Titolo: Standard and practice for the security of humanitarian personnel and advocacy for humanitarian space. Obiettivo: “Pubblicare un rapporto sulla situazione attuale, una guida generica alle pratiche di sicurezza e un manuale con corsi e materiali sulla sicurezza accessibile alle ong”, spiega Val Flynn. Vita: Segno che la Commissione europea non ritiene sufficiente la sicurezza del personale umanitario impegnato in Iraq? Anthony Val Flynn: Gli attentati dello scorso anno al quartiere generale delle Nazioni Unite e della Croce Rossa internazionale dimostrano chiaramente che il personale umanitario è diventato un target. E che dei simboli, come una croce rossa o la bandiera dell?Onu, non bastano a proteggerlo. Vita: Dopo gli attentati contro i suoi uomini a Bagdad, il segretario generale dell?Onu, Kofi Annan ha proposto di considerare le violenze contro il personale umanitario come crimini contro l?umanità da portare davanti al Tribunale penale internazionale. Basterà? Val Flynn: Collaboriamo con le Nazioni Unite su questo tema. Ma vogliamo proporre un approccio più olistico alla questione: da qui l?inchiesta che abbiamo commissionato, i nostri tentativi di promuovere una cultura della sicurezza tra le ong e la mia stessa nomina a Coordinatore della sicurezza. Vita: A quando risale? Val Flynn: All?inizio del 2002. Quando, in Afghanistan e in altre parti del mondo è diventato evidente che le ong e le agenzie umanitarie con cui Echo lavora operano in contesti sempre più rischiosi. Vita: Il 5 gennaio di quest?anno, la Commissione ha annunciato un nuovo stanziamento di 31,75 milioni di euro per l?Iraq specificando che una parte sarebbe stata utilizzata per promuovere le condizioni di sicurezza dei partner di Echo sul campo. Significa che avete inaugurato una linea di finanziamenti specifici per la sicurezza? Val Flynn: No. Ma nei contratti che stipuliamo con le ong e le agenzie umanitarie si specifica che una parte dei finanziamenti possono essere usati per garantire la sicurezza del progetto e dei cooperanti. Si tratta di spese che rientrano nella voce ?logistica?, cui non può andare oltre il 7% del finanziamento al progetto. Vita: E come fate a escludere che questi fondi vengano usati per proteggersi con agenzie private militari? Val Flynn: Non chiediamo specificatamente alle ong, alla Croce Rossa o alle agenzie Onu di non fare ricorso ad agenzie private militari, ma c?è un monitoraggio dei progetti: dalla loro selezione alla loro chiusura. Dai nostri controlli non risulta che i fondi di Echo siano stati usati per contrattualizzare compagnie private occidentali. Diverso è il ricorso a personale locale. Vita: Le ong europee – da Medici senza frontiere a Oxfam, a sigle italiane come il Coopi, Un ponte per e Intersos che ricevono finanziamenti da Echo – denunciano una pericolosa confusione tra l?azione umanitaria della Coalizione che avrebbe trasformato cooperanti, volontari e uomini dell?Onu in un target. Qual è la posizione di Echo al riguardo? Val Flynn: Siamo d?accordo con la società civile e quindi favorevoli a una distinzione netta tra azione umanitaria e militare. Com?è previsto del resto nelle Military and Civil Defence Guideline pubblicate a giugno 2003 su cui concordano anche le Nazioni Unite.


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