Politica
UE. De Gucht nuovo commissario per lo sviluppo
Il ministro degli esteri berlga, 55 anni, sostituisce Louis Michel eletto all'europarlamento
Il ministro degli Esteri belga, Karel De Gucht, è stato nominato nuovo commissario Ue per lo sviluppo e gli affair umanitari. Il suo precedessore, Louis Michel, belga pure lui, ha scritto al presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso che avreebbe lasciato il suo incarico il prossimo 13 luglio per entrare nelle sue nuove funzioni di neo-parlamentare europeo.
Ancora non si sa quando De Gucht prenderà possesso del suo ufficio al Berlaymont. Secondo il settimanale European Voici, la sua gestione dei dossier umnaitari sarà piuttosto breve. “De Gucht manterrà questo incarico fino alla fine del mandato di Barroso, non appena la nuova Commissione sarà nominata”, l’ex ministro belga “verrà nominato a un altro posto” (sempre dentro la Commissione, ndr).
De Gucht, 55 anni, è già stato parlamentare euroepo tra il 1980 e il 1994, per poi tornare alla politica come membro del Parlamento regionale fiammingo (1995-2003). Nel 2004, è nominato ministro degli Affari Esteri per sostituire Louis Michel, chiamato da Barroso al Berlaymont.
Il cambio di rotta strategico attuato da De Gucht alla guida delle diplomazia belga è simboleggiato dagli attacchi durisssimi sferrati dal neo-ministro degli Esteri contro la classe politica congolese e (indirettamente) il presidente Joseph Kabila. Sul resto, le sue posizioni sono più sfumate, se non a volte contradittorie. Molto sensibile ai diritti umani e alla lotta contro la corruzione nei paesi poveri, De Gucht ha assunto posizioni ostili sull’immigrazione e i diritti dei rifugiati.
A Bruxelles, c’è chi rimpiange la partenza di Michel. Indubbiamente le cifre giocano a favore del politico più bollente e coraggioso della Commissione Barroso. Con 49 miliardi di euro versati nel 2008 (cioè lo 0,40% del pil europeo), l’UE totalizza il 55% degli aiuti internazionali a favore dei paesi poveri. Una cifra raguardevole che Michel sognava di superare raggiungendo i 69 miliardi di euro nel 2010. L’efficacia degli aiuti è stato uno dei grandi cavalli da battaglia del Commissario europeo.
“Troppi sprechi” ha più volte esclamato, “qua bisogna tagliare le spese intermediarie”. Nasce nel 2006 il “Consenso europeo”, testo filosofale delle politiche di sviluppo dell’Unione che vede le spese budgetarie passare dal 20 al 50%. “Molti hanno criticato Michel per il rischio che si correva di consegnare soldi a Stati corrotti” dichiara a Vita Luisa Morgantini, ex membro della Commissione Sviluppo del Parlamento Ue. “noi parlamentari abbiamo invece detto sì ma a condizione che la consegna dei fondi venisse scrupolosamente controllata”.
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