Economia
Ue.Coop: «8 italiani su 10 credono nel lavoro come leva per l’accoglienza»
Il fattore determinate nello scatenare l’ostilità degli italiani nei confronti degli immigrati è il fatto che all'accoglienza non corrisponda un lavoro dei migranti. Una ricerca Ue.Coop/Ixe' presentata oggi a Roma mostra che questo "mancato scambio" infastidisce ben il 30% dei cittadini
di Marco Dotti
Vi aderiscono 4.000 cooperative presenti su tutto il territorio nazionale, cooperative che lavorano in tutti 14 i settori dell’albo competente. Parliamo di oltre 600 mila soci e di realtà particolarmente attive nella cooperazione sociale e nei campi dei servizi, della produzione lavoro, dell’agroalimentare e della pesca. Una realtà numericamente importante per UE.COOP, l'Unione Europea delle Cooperative che elegge oggi a Roma il suo nuovo presidente, Gherardo Colombo, che succede a Luigi Giampaolino, già presidente dal 2010 al 2013 della Corte dei Conti.
Prima dell'assemblea elettiva, una tavola rotonda ha fatto il punto della situazione sullo spino caso dell'accoglienza dei migranti e del ruolo della cooperazione. Interessanti i dati che stanno emergendo dal convegno, al quale hanno preso parte Giovanni Tria Ministro dell'Economia e delle Finanze, Gian Marco Centinaio Ministro delle Politiche Agricole e del Turismo, Nunzio Galantino segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, Roberto Moncalvo e Gherardo Colombo. A presiedere e a presentare la ricerca sull'atteggiamento degli italiani nei confronti dei migranti è stato Roberto Weber di Ixe'.
Chi guadagna sul business sull'immigrazione, perché la maggioranza degli italiani è ostile agli sbarchi, cosa dovrebbero fare i nuovi arrivati per farsi meglio accettare?
Il fattore determinate nello scatenare l’ostilità degli italiani nei confronti degli immigrati è il fatto che all'accoglienza non corrisponda un lavoro dei migranti. Una ricerca Ue.Coop/Ixe' presentata oggi a Roma mostra che questo "mancato scambio" infastidisce ben il 30% dei cittadini prima della paura per la delinquenza (29%), mentre non si riscontrano discriminazioni razziali con solo il 4% che dice di essere preoccupato perché sono diversi e ben il 26% che non si ritiene per nulla disturbato dalla loro presenza
Il dato che emerge e dall’indagine Ue.Coop/Ixe’ sul tema “Immigrazione e lavoro” è cruciale: 8 italiani su 10 (79%) chiedono di far lavorare gratuitamente in attività di pubblica utilità gli immigrati in cambio dell'accoglienza, anche se per un periodo limitato.
Il fattore determinate nello scatenare l’ostilità degli italiani nei confronti degli immigrati è proprio il fatto di essere assistiti senza lavorare che – sottolinea Ue.Coop – infastidisce ben il 30% dei cittadini prima della paura per la delinquenza (29%), mentre non si riscontrano discriminazioni razziali con solo il 4% che dice di essere preoccupato perché sono diversi e ben il 26% che non si ritiene per nulla disturbato dalla loro presenza.
Il lavoro è la leva principale dell’integrazione con molteplici attività di pubblica utilità ritenute necessarie per compensare l’aiuto ricevuto con il vitto e alloggio nell’accoglienza. Nell’ordine, a giudizio degli italiani, potrebbe essere utile impiegare il lavoro degli immigrati accolti nella cura del verde pubblico (57%), la pulizia delle strade (54%), l’agricoltura (36%), la tutela del patrimonio pubblico (30%), la cura degli anziani (23%), secondo l’indagine Ue.Coop/Ixe’. Analogamente, due terzi dei cittadini vedono con favore l’ipotesi di tirocini gratuiti, predefiniti nel tempo, in aziende private nell’ottica di ‘imparare un mestiere’. Più di 1 italiano su 2 sarebbe inoltre favorevole a coinvolgere gli immigrati nel recupero dei piccoli borghi abbandonati e per combattere lo spopolamento dei territori.
L’83% dei cittadini – precisano da Ue.Coop – ritiene peraltro che gli immigrati, durante la loro permanenza in Italia, dovrebbero frequentare obbligatoriamente un corso di lingua italiana durante la fase di accoglienza. E, in occasione del Consiglio Europeo, il 71% degli intervistati ritiene che l’Italia sia in credito con l’Europa sulla questione migranti, mentre sull’atteggiamento da adottare nei confronti degli sbarchi gli italiani si dividono con il 46% che ritiene che i barconi dovrebbero essere respinti impedendo loro di raggiungere le coste italiane mentre gli altri non sono d’accordo. Diffuso è invece il disappunto rispetto all’attuale forma di gestione dell’immigrazione con appena il 33% degli italiani che giudica positivamente l'operato delle cooperative di accoglienza e ben il 60% che ritieni opportuno distribuire i nuovi arrivati sul territorio nazionale in strutture di piccole o medie dimensioni, con un sistema di ospitalità diffuso piuttosto che in grandi strutture concentrate (come vorrebbe il 32%) per l'identificazione, per le procedure di protezione internazionale, richiesta asilo o l'eventuale espulsione.
Sono probabilmente queste inefficienze ad amplificare la dimensione del problema immigrazione in Italia e a determinare l’atteggiamento rispetto alla strategia da adottare che vede 2 italiani su 10 favorevoli all’accoglienza tout court, un altro 20% incline a rifiutare decisamente ulteriori presenze e una quota prevalente (il 56%) che – conclude Ue.Coop – opta per un indirizzo misto: accettazione di una quota prefissata e respingimento o redistribuzione in Europa degli altri, in sostanziale sintonia con le parole di Papa Francesco che chiede di «accogliere tanti rifugiati quanti si può e quanti si può integrare, educare, dare lavoro facendolo con “la virtu' del governo, che è la prudenza».
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