Cultura

Ue-Cina, iniziato vertice: resterà embargo sulle armi

E' polemica sull'invito con cui il Presidente della Repubblcia, Carlo Azeglio Ciampi, ha esortato l'UE a sospendere l'embargo sulle armi alla Cina. L'Ue risponde "per ora non se ne parla"

di Giulio Leben

L’Unione europea conferma ”la propria volonta’ politica di continuare a lavorare a favore di una sospensione dell’embargo” sulla vendita delle armi alla Cina: lo afferma un comunicato congiunto reso noto al vertice Ue-Cina in corso all’Aja. Dopo aver precisato tale obiettivo, la nota sottolinea che ”da parte cinese”, la posizione europea e’ stata ”accolta quale un segnale positivo”. Al vertice partecipa il premier Wen Jibao, che ha da parte sua sottolineato come l’embargo europeo sia una misura che ”non riflette piu”’ il livello dei rapporti tra l’Ue e il paese asiatico. ”L’embargo e’ il risultato della guerra fredda e non riflette ne’ la situazione attuale ne’ il partenariato tra Cina e Ue”, ha detto il premier in una conferenza stampa riferendosi all’embargo europeo sulle armi in vigore dal 1989. CIAMPI: IN CINA MUOVERSI CON ENERGIA E IN TEMPI RAVVICINATI ”Non si parte da zero, lo dimostrano i fatti” ma c’e’ molta strada da fare e con scadenze ravvicinate. Cosi’ il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, si e’ rivolto agli imprenditori italiani riuniti a convegno a Shanghai insieme agli operatori cinesi per spronarli a cogliere le nuove occasioni che si aprono per l’industria italiana in Cina, dopo la visita di stato di questi giorni. ”La situazione richiede capacita’ di muoversi in modo sinergico. Ci vuole coesione”, raccomanda il Capo dello Stato ricordando che gia’ una volta, 20 anni fa, si era presentata un’occasione favorevole agli italiani, ”i primi a giungere in Cina” ma allora non fummo capaci di sfruttare appieno il vantaggio. Il Forum di Shanghai, ha concluso Ciampi, ”prova che gli imprenditori italiani sono ora impegnati a recuperare il tempo perduto”. CINA AFFRONTA PROBLEMI NOSTRI ANNI ’50 Al Forum degli imprenditori italiani riuniti a Shanghai, Carlo Azeglio Ciampi spiega uno dei motivi per cui la Cina guarda all’Italia con una particolare attenzione: il paese si trova di fronte ad alcune sfide che l’Italia ha affrontato e superato con successo negli anni ’50 e ’60. Primo fra tutti, quello dell’ apertura delle barriere doganali, con una concorrenza aperta da fronteggiare. Secondo, il rapporto citta’-campagna, la necessita’ di estendere e diffondere il benessere via via conquistato. La storia della nostra Italia del dopoguerra dimostra, ha detto il Capo dello Stato, che non bisogna aver paura dell’apertura dei mercati e della concorrenza. Anzi, l’ internazionalizzazione dell’ economia e’ stata la chiave del nostro sviluppo e della modernizzazione del paese. ”Oggi e’ il momento della Cina che – fa notare Ciampi – come noi ha scelto di aprire il sistema produttivo verso l’ esterno, e come noi ne sta traendo grande vantaggio”. Questo dimostra che la globalizzazione produce effetti positivi. Quanto a certe preoccupazioni per il mancato rispetto delle regole della concorrenza internazionale da parte della Cina, Ciampi ricorda che la stessa Cina con l’ adesione all’ organizzazione mondiale del commercio, nel 2001, ”si e’ dichiarata matura per concorrere ad armi pari e l’ Unione Europea si e’ adoperata per indurla a competere all’ interno di un sistema di regole certe e condivise”. Tra gli impegni che si assume chi aderisce all’ OMC, sottolinea il Presidente della Repubblica, ci sono il rispetto delle norme sulla concorrenza internazionale, la tutela dei diritti di proprieta’ intellettuale, la rimozione delle restrizioni in atto per le imprese straniere. Su questo Ciampi dichiara che la Cina sta procedendo nella direzione da noi auspicata: ”le massime autorita’ della repubblica cinese mi hanno espresso la loro volonta’ di operare in tal senso e la determinazione a reprimere il fenomeno delle contraffazioni”. Davanti ad un uditorio formato da 800 imprenditori cinesi e oltre 250 industriali italiani, Ciampi ha ricordato le peculiarita’ del modello di sviluppo italiano, un insieme di ”esperienza, professionalita’, inventiva, capacita’ di interpretare le tendenze dei mercati”, a cui si aggiungono solidita’, diversificazione, agilita’. In particolare, ha descritto la realta’ degli oltre 100 distretti industriali italiani ed ha notato con soddisfazione che adesso ”alcuni imprenditori avveduti hanno iniziato a replicare in Cina questi distretti per meglio affrontare un mercato cosi’ vasto”. Altro fattore che rende l’imprenditore italiano interessante per i cinesi, secondo Ciampi, e’ la nostra disponibilita’ di ”macchinari ad alto contenuto tecnologico, basso consumo energetico e di materie prime”. Questa imprenditoria italiana sta facendo, assicura Ciampi, rapidi progressi in Cina: nei primi 8 mesi del 2004 le nostre esportazioni sono aumentate del 20%. Ci sono molte piccole e medie aziende che mostrano capacita’ di muoversi con successo nel mercato globale. ”Certo – aggiunge – vi sono anche imprese italiane che soffrono dell’ agguerrita concorrenza cinese ma ve ne sono tante altre che hanno creduto nella Cina, hanno creato posti di lavoro e di sviluppo”. Secondo i dati forniti dal Presidente, sono piu’ di 500 le imprese italiane che operano gia’ in Cina, mentre sono in fase di definizione nuove importanti iniziative industriali e commerciali, e cio’ dimostra anche ”la disponibilita’ dei cinesi nei nostri confronti”. Una disponibilita’, conclude Ciampi, gli e’ stata dichiarata espressamente dal primo ministro e dal presidente della Repubblica Popolare Cinese. FRA CINA E ITALIA OCCORRE LAVORO PAZIENTE L’interesse dell’Italia c’e’. Ad esso corrisponde la disponibilita’ della Cina. Adesso occorre mettersi al lavoro, ha detto Carlo Azeglio Ciampi al Forum di Shanghai, ”per costruire con pazienza, ma con determinazione una trama di collegamenti materiali e immateriali fra Cina e Italia”. ”Occorre rimuovere incomprensioni, suggellare un nuovo spirito cooperativo, consolidare un autentico radicamento dell’Italia in Cina e individuare punti di reciproco vantaggio”. Iniziative come il Forum di Shanghai, dice con soddisfazione, vanno in questa direzione. Il Presidente apprezza anche iniziative quali la riapertura dei collegamenti diretti tra Italia e Cina della nostra compagnia aerea di bandiera e l’analoga iniziativa annunciata da altre aerolinee. Ma chiede di fare di piu’. Occorre un impegno perche’ ”il Mediterraneo, come in passato, torni ad essere la forza dell’Europa”, mettendo a frutto un vantaggio che ci concede la nostra posizione geografica. Altro punto: ”gli obiettivi devono essere concreti”, dice Ciampi richiamando i colloqui che ha avuto con le autorita’ di Pechino. E’ necessario, dice, aumentare le nostre esportazioni ed anche i nostri investimenti. E’ indispensabile inoltre puntare ”con decisione” sull’innovazione e sulla ricerca per conquistare strada in questo grande mercato. Ma occorre anche reciprocita’: offrire opportunita’ in Italia per i capitali cinesi e promuovere con ”un’attenzione particolare” l’arrivo in Italia di studenti e turisti cinesi. Infine, occorre anche capacita’ di realizzare senza perdere tempo, puntando ai grandi obiettivi e fissando delle tappe intermedie. Fra questi indica le Olimpiadi di Pechino del 2008 e l’Esposizione Universale di Shanghai del 2010. A IMPRENDITORI ITALIANI A SHANGHAI, CONTO SU DI VOI ”Conto su di voi!”. Carlo Azeglio Ciampi ha concluso con queste parole il suo intervento al Forum degli imprenditori italiani che si e’ svolto a Shanghai, la capitale economica della Cina. ”Il mio e’ un convinto messaggio di fiducia – ha aggiunto – nelle vostre capacita’, nei progetti delle singole imprese e nelle iniziative congiunte. Il positivo sviluppo dei nostri rapporti con la Cina dipende in gran parte dall’ imprenditoria italiana. So che ne ha la capacita’ e la volonta”’. Il presidente della Repubblica ha ricordato l’ ardimento ed il valore dei mercanti e dei banchieri italiani del Medio Evo e del Rinascimento che raggiunsero con i loro affari il lontano Oriente ed ha sottolineato l’ importanza strategica di un radicamento italiano sul mercato cinese: conseguito questo risultato, ha detto, ”competeremo meglio nel mondo, mentre invece rimanendo ai margini del mercato cinese perderemmo inevitabilmente peso nell’ economia globale”.


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