Welfare

Ue: business in cambio di diritti

L'eurodeputato Mario Mauro anticipa i contenuti del primo accordo tra l'Ue e l'Iraq

di Redazione

“Più affari in cambio di diritti – questo in sintesi lo spirito di quello che sarà il primo accordo di cooperazione tra Unione europea e Iraq che è attualmente in discussione e che a breve verrà concluso”, ha dichiarato Mario Mauro, Presidente dei Deputati PDL al Parlamento europeo e relatore dell’accordo, intervenendo durante l’audizione pubblica sull’Iraq dal titolo “La sfide sociali, economiche e politiche in Iraq”, che ha avuto luogo ieri a Bruxelles.

“Questo accordo ha l’ambizione di pianificare la collaborazione futura tra noi e gli iracheni. Ossia stabilire quante risorse, come vogliamo destinarle, che tipo di scambi nei diversi settori svilupperemo e come far nascere uno sviluppo duraturo – e non solo economico ma anche sociale – basato sulla pace, in questo paese così strategico per l’Europa”, ha spiegato Mario Mauro.

L’audizione ha analizzato la realtà irachena e le sfide con le quali il paese si confronta attualmente. Sono intervenuti in qualità di relatori – oltre a Mario Mauro – anche Shirouk Abaychi, Capo del Centro Studi per lo Sviluppo “Iraqiyat” (rafforzamento della società civile); Salma Jabbo, del Centro per la Formazione e lo Sviluppo per le Vedove (sostegno alla partecipazione delle donne nelle riforme socio-economiche);  Daniela Viglione, Presidente di AGI-Agenzia Giornalistica Italia (sviluppo di media indipendenti e professionali) e Ioan Mircea Pascu, Vicepresidente della Commissione Affari Esteri del Parlamento (introduzione dell’audizione).

“Ho voluto dare a questa audizione un’impostazione tutta al femminile perché dalla mia visita di pochi giorni fa in Iraq, ho avuto la percezione che senza il contributo e l’attiva partecipazione delle donne il paese non potrà risollevarsi e crescere”, ha sottolineato Mario Mauro commentando gli interventi che hanno illustrato il ruolo della società civile e delle donne in particolare nella transizione irachena.

“L’Iraq è oggi un paese che cambia velocemente, in continua evoluzione, e che ha una grande volontà di rafforzare i propri legami con l’Unione europea” ha dichiarato l’eurodeputato italiano. “L’UE ha oggi in Iraq solamente due funzionari e un ambasciatore. Tre persone che operano nel compound britannico. A Bahamas ci sono sette funzionari UE. La domanda che l’UE si deve porre e’: ci siamo dotati di strutture adeguate? Le Istituzioni UE sono in grado di soddisfare al meglio le aspettative degli iracheni? Io dico che l’UE deve ripensare i termini della propria presenza nel paese. Se ha senso parlare di una politica estera europea e se l’UE vuole essere protagonista sullo scenario della pace e della guerra dobbiamo farlo soprattutto su questioni – come l’Iraq – dove in passato ci siamo spaccati e divisi. Questa e’ una sfida per noi rilevante e strategica”.

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