Volontariato

Ue: arrivano Guardie europee anti clandestini

E' l'obiettivo centrale della strategia sull'immigrazione che lancera' martedi' la Commissione europea

di Gabriella Meroni

Creare con finanziamenti Ue un corpo europeo di guardie di frontiera in grado di sorvegliare in comune i confini esterni piu’ sensibili dell’Ue, per meglio combattere l’immigrazione illegale e il terrorismo. E’ l’obiettivo centrale della strategia che lancera’ martedi’ la Commissione europea e che vede l’Italia in prima linea per le sue frontiere esterne, tra le piu’ esposte nell’Ue. L’Esecutivo di Romano Prodi ha cosi’ raccolto la sfida lanciata nel dicembre scorso dai leader europei al vertice di Laeken, con un documento – che l’Ansa e’ in grado di anticipare – che elenca gli orientamenti per una gestione comune delle frontiere esterne dell’Unione. Il documento ricevera’ martedi’ l’imprimatur della Commissione, per poi essere presentato al Consiglio dei ministri e al Parlamento europeo. Le frontiere esterne dell’Europa a Quindici – e ancora di piu’ dal 2004 nella grande Europa a 25 stati – sono l’anello piu’ debole del sistema di sicurezza interna dei paesi membri. La strategia che la Commissione ha messo a punto mira a creare un quadro coerente per un’azione comune a medio e lungo termine in materia di sicurezza dei confini europei. Mancare questo obiettivo comporterebbe – secondo Bruxelles – ”un rischio politico maggiore in quanto finirebbe per ostacolare l’affermazione di una politica durevole in materia di giustizia e affari interni”. Il percorso per giungere alla creazione di un Corpo europeo di guardie di frontiera – per i quali dovranno essere fissati competenze e limiti geografici entro cui saranno abilitati a operare – necessita secondo Bruxelles un approccio piu’ ampio. Il primo passo, dovrebbe essere la messa a punto di un quadro normativo su regole di controllo, di sorveglianza e sui ”piccoli traffici frontalieri”. Nel contempo verrebbe creato un ente comune, che riunirebbe i responsabili dei servizi degli agenti di frontiera nei singoli stati membri. Questo organo avrebbe un ruolo centrale, in quanto agirebbe come ‘cabina di regia’ per ”effettuare una valutazione comune e integrata dei rischi”, ma anche per ”coordinare e dirigere azioni operative sul terreno, in particolare in situazione di crisi”. Alla ‘cabina di regia’ verrebbe anche chiesto di ”assicurare una maggiore convergenza tra le politiche nazionali in materia di personale e attrezzature”, oltre ad esercitare un potere di ispezione in casi di necessita’. Grazie poi all’attuazione del sistema Galileo, potrebbe essere istituita ”una rete comune di sorveglianza delle frontiere esterne via satellite o radar. La Commissione ritiene che questo enorme impegno debba essere ripartito tra gli stati mebri e l’Unione. ”A breve termine – si legge nel documento – bisogna organizzare le basi di un finanziamento comunitario delle attivita’ della politica di gestione delle frontiere esterne”. Un fattore importante per l’Italia, che per la sua configurazione geografica deve affrontare costi finanziari elevati, in particolare per la sorveglianza delle frontiere marittime.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA