Mondo
Ue, approvato il ricollocamento per 120 mila profughi
Con 4 no e un astenuto passa a maggioranza qualificata l'agenda migranti voluta del presidente Juncker. L'Europa è ufficialmente divisa.
Non c’è unanimità ma l’accordo è siglato. L’importante era portare a casa il risultato, e così è stato. La riunione dei ministri degli interni che oggi alle 14.30 si sono riuniti a Bruxelles, ha prodotto l’esito sperato: si al ricollocamento di 120 mila rifugiati. Passa l’agenda migranti del presidente Juncker ma pesa il fatto che 4 paesi (Slovacchia, Ungheria, Romania, Cecoslovacchia) abbiano votato contro e uno, la Finlandia, si sia astenuto. Con questo accordo a maggioranza qualificata l’Europa è ufficialmente divisa.
Per maggioranza qualificata si intende un principio introdotto per evitare la necessità di trovare un consenso unanime su ogni questione. Una decisione può invece essere presa se sono soddisfatte due condizioni: quando il 55 per cento degli Stati membri dell'UE vota a favore di una misura e quando essa è sostenuta dagli Stati membri che rappresentino almeno il 65 per cento della popolazione totale dell'UE.
Siamo ridicoli data la grandezza del problema, mi chiedo se i libanesi o i giordani, che ne accolgono alcuni milioni, capiscono quello di cui stiamo parlando".
Jean Claude Juncker, presidente della Commissione Europea
A seguito di questa decisione , l'Ue entra nella fase in cui bisogna trasferire un totale di 160.000 persone in chiara necessità di protezione internazionale nei prossimi due anni. La Commissione e le agenzie dell'UE organizzeranno insieme agli Stati membri il necessario coordinamento per l'attuazione del meccanismo di terra.
I ministri dell'Interno europei sono ora tenuti a portare avanti le altre proposte formulate dalla Commissione, tra cui l' elenco dei Paesi di origine sicuri e l'aggiornamento della trattato di Dublino. Le questioni saranno affrontate durante la prossima riunione Giustizia e Affari Interni del Consiglio l'8 ottobre a Bruxelles.
I rifugiati non possono decidere in quale paese vogliono andare. Se vogliono spostarsi da qualche altra parte, essi saranno rinviati al primo paese dell'Unione europea in cui sono stati assegnati.
Thomas de Maizière, ministro degli interni tedesco
«Quello che è successo oggi dal punto di vista legale è perfettamente normale e dal punto di vista politico è estremamente audace da parte della Commissione Europea» ha commentato Costanza Hermanin, Senior Analyst dell’ Open Society interpellata da Vita.it. «Juncker l’ha sempre detto che voleva guidare una Commissione proattiva che esercitasse il diritto di iniziativa legislativa ed ha sfruttato questa occasione per metterlo in atto».
In merito alla maggioranza qualificata, Hermanin esprime un giudizio positivo:«Gli Stati membri sono sempre contrari al voto della maggioranza qualificata. Dal punto di vista istituzionale è una principio sacrosanto perché permette di sboccare situazioni come queste. Lo giudico come uno sviluppo molto positivo e un passo indietro rispetto alla dinamica puramente intergovernativa che avevamo avuto negli ultimi anni soprattutto con la crisi dell’Euro in cui le istituzioni europee non erano state al centro del processo decisionale ma lo erano solo gli Stati. In una situazione come quella attuale è molto importante ricordarsi che c’è questa possibilità di lavorare a livello sovranazionale in Europa. Sarà interessante anche vedere se qualche azione verrà presa sulla questione che riguarda quello che sta accadendo sui confini ungherese, una questione che è ancora irrisolta».
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.